Uno schermo di 26 metri di lunghezza e 14 di altezza, annoverato tra i più grandi in Europa, e la bellezza elvetica di un teatro all’aria aperta: ecco Piazza Grande, anche quest’anno pronta a far sognare con la magia della settima arte la sua platea, che può contare ben 8000 spettatori ogni sera e 274 film fra lunghi, corto e mediometraggi, provenienti da 47 paesi diversi. Il conto alla rovescia per la 67° edizione del Festival di Locarno è infatti già partito, e cinefili da tutto il mondo si raduneranno dal 6 al 16 agosto in una delle kermesse cinematografiche più suggestive del vecchio continente.
Tema centrale quest’anno
è il rapporto tra cinema e società, e così il direttore artistico ha presentato il programma generale, già consultabile Pardo Live, all’annuale conferenza stampa di Bellinzona: «Il cinema. Un luogo di incontro scambio e mutamento. Uno spazio in cui le immagini rimandano ad una realtà più stratificata, densa di significati, congiunture e connessioni, e dove il percorso individuale del soggetto, sia esso attore o autore, interprete e forse persino spettatore, finisce per divenire sottilissima allegoria del mondo che ci circonda».
L’INAUGURAZIONE
La 67a edizione del Festival del film Locarno, la seconda del Direttore artistico Carlo Chatrian, s’inaugurerà ufficialmente sotto la Presidenza di Marco Solari mercoledì 6 agosto. Alle ore 16:00 all’Auditorium FEVI, in occasione del 100° anniversario della nascita del personaggio di Charlot, il Festival del film Locarno renderà omaggio a Charlie Chaplin con la proiezione di Tempi moderni, musicata dal vivo dall’Orchestra della Svizzera italiana diretta da Philippe Béran.
Seguirà il tradizionale ricevimento d’apertura, offerto dalla città di Locarno, in presenza del Sindaco di Locarno e Vice-Presidente del Festival Carla Speziali, del Consigliere federale Alain Berset, del Presidente del Consiglio di Stato Manuele Bertoli, di numerose personalità del mondo del cinema internazionale così come della politica e delle istituzioni svizzere e ticinesi.
GLI OSPITI
Tra i tanti che arricchiranno il festival quest’anno troviamo le attrici Juliette Binoche, MiaFarrow e Melanie Griffith (protagonista di Thirst, sezione Pardi di domani) , il regista russo Alekandr Sokurov e l’immancabile italiano Dario Argento, che in occasione della retrospettiva dedicata alla Titanus presenterà i Corti di paura, finanziati dalla rai e inediti al pubblico internazionale. Incredibile il film con cui si presenterà Lev Diaz, Mula sa kung ano ang noon, dalla durata di ben 338 minuti. Ad apertura del festival ci sarà il film Lucy di Luc Besson, insieme ad altre scelte un po’ “commerciali” come The Hundred- Foot journey di Lasse Hallstroem e Sils maria di Olivier Assays. Per l’Italia presenzierà anche la cantante e attrice Rita Pavone.
LE SEZIONI
La vetrina principale è il Concorso Internazionale, in cui 17 lungometraggi- di 13 prime mondiali- da diversi Paesi si contendono il famigerato Pardo d’Oro. Come sempre in prima linea c’è il cinema libero, che non si fa problemi a rompere le barriere codificate dell’industria, e che vede opere realizzate da grandi maestri accanto a film di giovani autori, che spaziano dalla finzione al documentario. Tra i tanti titoli vi sono “La Sapienza” di Eugène Green, “La princesa de Francia” dell’Argentino Matias Pineiro e “Listen Up” dello statunitense Alex Ross Perry. Ma gli artisti emergenti trovano un loro spazio personalizzato nel Concorso Cineasti del Presente: 15 film sono in lista tra produzioni low budget, documentari e film d’azione. Attesa è la nuova sezione Signs of
Life, che si propone di indagare i territori di frontiera del cinema e che contribuirà quindi con nuove forme narrative e del linguaggio, in una programmazione serale al Palavideo.
Accanto ai cosiddetti Fuori Concorso (con opere di maestri e registi di rilievo) che avranno una particolare considerazione per il film saggio, ci sarà un piccolo sguardo al futuro, con la visione di corto e medio metraggi di giovani autori indipendenti e studenti di scuole, organizzate in due concorsi: Produzioni elvetiche recenti e Opere da tutto il mondo.
Come dimenticare poi le "pietre miliari". Histoire du Cinema sarà tutta dedicata alla storia del cinema, continuamente riscoperta e rivalutata, con nuovi percorsi che coinvolgeranno autori poco noti al grande pubblico e i restauri delle opere della Cimathèque suisse.
E sempre per non dimenticare un grande passato Titanus, interamente incentrata sul cinema italiano, proporrà un ritaglio del periodo più attivo della nostra storia cinematografica, con pellicole dal 1945 al 1965. Coinvolto come emblema della casa più longeva italiana (in attività dal1904) è Visconti.
Quest’anno si assegneranno tra i speciali il Pardo alla carriera all’attore francese Jean Pièrre Léaud, simbolo della Nuovelle Vague, e il Pardo d’onore Swisscom alla regista francese Agnès Varda, nella cerimonia di domenica 10 agosto. In suo onore verrano presentati diversi film tra cui “Les creatures”, “Agnès de ci de la Varda” e “Sans toit ni lois”.
E per finire l’originale iniziativa Open Doors che, col sostegno di DSC (Direzione dello sviluppo e della cooperazione), renderà di nuovo protagonista l’Africa, mettendo in luce produttori e opere da ben 25 stati subsahariani, tra cui Kenya, Gnana, Sudan, Tanzania e Nigeria. Il progetto si muove su due differenti binari. Da una parte il laboratorio di cooproduzione presenterà 12 progetti, i cui autori avranno la possibilità di cooperare con partner europei, per un’incoraggiamento alla realizzazione delle loro idee. Dall’altra open doors screening offrirà al pubblico una selezione di film rappresentativi provenienti dalla regione prescelta quest’anno.
Un modo quindi di avvicinarsi alla cultura di un’area del mondo decisamente lontana dalle tradizioni europee e al contempo aiutare talenti che hanno avuto la sfortuna di nascere in una realtà in cui il cinema indipendente si dimostra alquanto vulnerabile.
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