“Timori ingiustificati: Ebola non ci minaccia”

L'attenzione mediatica internazionale a questo virus non giustifica reazioni di panico nel nostro paese. Lo assicurano il professor Grossi, infettivilogo dell'ospedale di Circolo, e il dottor Renna dell'Asl

«Non esiste alcun allarme Ebola. C’è la giusta attenzione, ma nulla più» Il professor Paolo Grossi, primario della clinica di infettivologia all’ospedale di Varese, invita a non ingigantire un problema che, al momento, è confinato in una parte circoscritta dell’Africa, monitorata strettamente dalle organizzazioni sanitarie mondiali: « In Lombardia non c’è allarme. Lo scalo di Malpensa non è collegato direttamente con i paesi che manifestano focolai di malattia. In tutti gli aeroporti collegati in via principale, invece, esistono protocolli di screening a cui vengono sottoposte le persone in arrivo».

Ebola, però, fa paura a causa della sua elevata mortalità: il 50% dei contagi è letale. I farmaci sono ancora in fase sperimentale anche se, negli USA, si stanno somministrando a pazienti infetti, consapevoli che non tutte le controindicazioni e le conseguenze sono note. 

« Io mi sento di tranquillizzare tutti, in prima battuta il personale sanitario e medico, perchè nel nostro territorio non si corre alcun pericolo – assicura l’infettivologo – Dovesse, però, manifestarsi un caso sospetto, il protocollo di intervento è già fissato e prevede l’utilizzo di una speciale ambulanza a tre scomparti distinti per gli autisti, i medici e per l’eventuale paziente”, che viene trasportato allo Spallanzani dove esiste un isolamento adeguato».

Anche i timori legati agli sbarchi di immigrati sono infondati: «Ebola è una malattia che prevede un’incubazione di massimo 21 giorni, anche se spesso si manifesta prima – spiega il professor Grossi – Gli immigrati sono persone che arrivano nel nostro paese dove viaggi estenuanti e molto lunghi. È impensabile che sopravvivano alla malattia prima di arrivare sulle nostre coste».

Per evitare sorprese amare, comunque, il Ministero della Salute e la Regione Lombardia hanno emesso alcune direttive che suggeriscono comportamenti da tenere sia per i viaggiatori in partenza sia per chi arriva dalle zone de contagi: « Si tratta di suggerimenti e non di imposizioni – chiarisce il dottor Renna responsabile del Dipartimento di Prevenzione medica dell’Asl – sono interessati i volontari e i viaggiatori in generale che vogliono recarsi in questi stati africani. Nel nostro ufficio di sanità a Malpensa attualmente non siamo stati coinvolti in operazioni di monitoraggio. I controlli sono sempre attivi per l’aviaria ma non per questa malattia che ha canali di contagio diversi: attraverso il contatto diretto con il sangue o con i fluidi infetti».

Il professor Grossi è tranquillo: «  Ebola si diffonde in paesi dove esistono norme di igiene molto diverse dalle nostre e dove c’è una componente culturale che ostacola l’opera di contenimento, come si è potuto vedere in Liberia dove hanno liberato i pazienti contagiati dal virus perchè “Ebola non esiste”».  

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Agosto 2014
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