Brugnoli: “Siamo quelli che ce la possono fare, non dividetevi sull’immagine del Paese”
Il presidente UNIVA interviene chiedendo alla politica di fare "Un ultimo miglio di compiti a casa per tagliare la spesa pubblica, e realizzare riforme del lavoro e della giustizia. E poi andare in Europa a contrattare una nuova politica"
Siamo un Paese migliore di come ci dipingono. L’Italia ha pagato, per troppo tempo, quel malcostume secondo il quale il miglior modo di fare politica è quello di screditare l’avversario. In questo, i diversi schieramenti sono andati molto d’accordo. Con il risultato di cavalcare a corrente alternata, a seconda che fossero al governo o all’opposizione, le critiche che ci venivano fatte dall’estero. Risultato: abbiamo perso di vista quel che siamo.
Siamo un Paese che sa soffrire e sa fare sacrifici quando serve e per questo ottiene risultati che dovrebbero essere meglio apprezzati in Europa. Rendiamocene conto e ce la potremo fare. Sono queste parole che prendo a prestito dall’economista Marco Fortis che ieri ha incontrato gli imprenditori della Giunta dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese. Il Presidente della Fondazione Edison ci ha mostrato dei dati che sembravano descrivere un’economia e dei conti pubblici di un altro Paese. E invece eravamo noi.
Certo, da una parte c’è l’analisi impietosa di ciò che è avvenuto in questi anni. Certo, abbiamo subito danni economici che nemmeno l’ultima guerra mondiale ha prodotto. Certo, abbiamo un tasso di disoccupazione che si prevede scenderà sotto il 10% solo nel 2018. Certo, facciamo i conti con uno stallo senza precedenti dei consumi interni anche a causa di una politica di risanamento dei conti basata più sull’aumento delle tasse che sui tagli di spesa. Conosciamo poi benissimo i nostri deficit infrastrutturali, i nostri costi dell’energia, i mille rivoli di una burocrazia asfissiante. Tutti problemi che invece di essere risolti sono stati usati per andare a caccia di voti con una ricerca inutile del colpevole, sprezzanti del danno di immagine che ci stavamo causando a livello internazionale. Con il risultato di aver perso negli ultimi anni 300 miliardi di investimenti stranieri fuggiti in altri Stati.
Eppure quegli investimenti potevano rimanere qui. D’altronde siamo il Paese che ha il miglior avanzo primario d’Europa: pari al 2,3% del Pil, contro il 2,2% della Germania, il -1,8% della Francia, il -3,7% della Spagna, il -1,3% della Finlandia, il -2,4% dell’Irlanda. I riflettori europei sono sempre accesi sul nostro rapporto deficit/Pil. Eppure nel 2013 ci siamo assestati sul -3% contro il -4,3% della Francia, il -5,8% della Gran Bretagna, il -7,1% della Spagna, il -7,2% dell’Irlanda. Perché non lo diciamo ad alta voce?
Mentre tutti ci danno lezioni di economia, è bene, dunque, cominciare a ricordare nelle sedi opportune cosa siamo. Siamo quelli che sul fronte della competitività delle imprese non hanno nulla da temere. Siamo quelli che dal 2010 ad oggi hanno avuto il miglior andamento della bilancia commerciale in Europa. Con una variazione assoluta positiva per 5,9 miliardi, contro i 4 miliardi della Germania. Siamo quelli che hanno un andamento del fatturato per l’export migliore di quello tedesco. Siamo il secondo Paese al mondo, dopo la Cina, con il maggior numero di manufatti aventi un saldo commerciale migliore di quello della Germania. Riprendiamoci il nostro orgoglio.
Siamo quelli che ce la possono fare. Alle forze politiche diciamo, dunque: dividetevi su tutto, ma non più sull’immagine del Paese, costruita con i sacrifici di imprese e lavoratori. Facciamo un ultimo miglio di compiti a casa per tagliare la spesa pubblica, per realizzare la riforma del lavoro e della giustizia. Poi andiamo in Europa per contrattare una nuova politica fiscale ed economica in grado di far ripartire consumi interni, investimenti, infrastrutture, occupazione. Perché il vero nostro problema sta tutto in queste voci.
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
eric67 su Cambiano le regole per auto elettriche e ibride a Varese: dai primi di febbraio niente più agevolazioni
Felice su "Giuro che mi sento meno sicuro". A Busto Arsizio il contropresidio degli antifascisti
Papi57 su A Varese le imprese sono sotto pressione: i costi energetici superano la media lombarda
GrandeFratello su Coppa Italia di hockey, la "follia ragionata" che torna a Varese per la terza volta
ccerfo su Fontana invita Trump alle Olimpiadi invernali del 2026: "Lo aspettiamo in Lombardia"
Ambro Ribo su Riconoscimenti a Varese: il valore della Polizia Locale lombarda sotto i riflettori
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.