Contro ebola, Emergency apre un centro in Sierra Leone

Il virus non si ferma. Secondo l'Organizzazione mondiale della Sanità sono 2630 le vittime contate nell'ultimo bollettino, mentre si segnala un aumento delle persone contagiate, salite a 5357. In Sierra Leone tre giorni di coprifuoco ed Emergency apre un nuovo centro, l'unico funzionante nella zona, a Lakka.

In Sierra Leone l’epidemia di Ebola è fuori controllo. Nel Paese africano Oltre 1.500 persone hanno contratto l’Ebola, più della metà sono morte, 500 sono i malati accertati solo nelle ultime 3 settimane. Ogni giorno si ammalano più di 20 persone.
Per far fronte a questa emergenza Emergency ha aperto un Centro per la cura dei malati di Ebola a Lakka, a pochi chilometri dalla capitale Freetown.
«Abbiamo deciso di aprire questo Centro perché l’epidemia non accenna a fermarsi: i casi positivi aumenteranno e c’è bisogno di altro personale sanitario, altri reparti di isolamento e altri posti letto per la cura dei pazienti», dice Luca Rolla, coordinatore di Emergency in Sierra Leone. 

La prima paziente è stata ricoverata a quattro ore dall’apertura. È una ragazza di 18 anni, arrivata spontaneamente al Centro di Lakka. Sono in viaggio verso il Centro altri tre casi sospetti della zona di Waterloo, a est di Freetown, segnalati dal team dei surveillance officers, gli operatori che monitorano il territorio. Emergency ha appositamente allestito una struttura messa a disposizione dal ministero della Sanità locale. La struttura è suddivisa in un’area di attesa, un’area di triage, un’area per l’isolamento dei casi sospetti dotata di 10 posti letto, un’area dedicata alla cura dei malati da 12 posti letto, una zona di disinfezione e un obitorio. A queste si aggiunge l’area dei servizi con spogliatoi, magazzini, lavanderia, cucine. Presso il Centro di Lakka lavorano circa 110 persone tra medici, infermieri, logisti, ausiliari, personale delle pulizie. Gli operatori internazionali vengono da Italia, Serbia, Spagna e Uganda.

Per garantire un’adeguata tutela dei pazienti e dello staff, tutto il personale ha seguito una formazione specifica sui protocolli di protezione, sull’utilizzo dei dispositivi di protezione personale e sul corretto movimento nei percorsi obbligati interni al Centro per evitare la diffusione del virus e la contaminazione. Emergency è presente in Sierra Leone con un Centro chirurgico e pediatrico dal 2001. Dall’insorgere dell’epidemia, nello scorso giugno, tutta l’attività del Centro è stata riorganizzata per limitare le possibilità di contagio. Il personale nazionale e internazionale è stato formato sui protocolli di protezione, due tende per l’isolamento sono state allestite nel complesso dell’ospedale lontano dai padiglioni medici e tutto l’ospedale è sottoposto a procedure per la disinfezione specifiche.

Inoltre, negli ultimi 40 giorni, il Centro chirurgico e pediatrico di Emergency è rimasto l’unico ospedale aperto e realmente funzionante nell’area di Freetown. «Il nostro staff sta lavorando senza sosta – dice Rolla – per rispondere alle emergenze chirurgiche e curare centinaia di bambini affetti da malaria, infezioni alle vie respiratorie, malnutrizione che altrimenti non potrebbero essere curati».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 19 Settembre 2014
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