Il teatro per ragazzi “travolto” dai gonfiabili

Non solo la pioggia ha contribuito all'ennesima estate deludente per chi fa teatro per i più piccoli. Le occasioni e i progetti sono sempre meno, così le compagnie diversificano

Estate a teatro? no grazie. Sembra tramontata la stagione di spettacoli all’aperto. La crisi economica che ha ridotto i budget dei comuni si è sentita pesantemente. Rassegne come “Festival Castelli di  lago” o “Burattini in cortili e giardini” o Racconti al passo fanno parte di un passato che appare lontanissimo. La Provincia, che di fatto aveva la regia di questo movimento culturale, ha ormai smesso il suo ruolo. 
In verità, un allarme in questo senso era già stato lanciato mesi fa:
"L’amaro sfogo di un saltimbanco: io non mi arrendo"

« I nostri avversari sono diventati truccabimbi, bolle giganti e gonfiabili – spiega Chicco Colombo, storico burattinaio dell’Arteatro –  con gli stessi soldi si assicura un intero pomeriggio di divertimento, mentre uno spettacolo dura una o due ore».

Il calo dell’offerta teatrale estiva ha colpito il territorio varesino ( ma non solo) nell’ultimo triennio: « In effetti   – commenta Martin Stigol del Progetto Zattera – Al calo di opportunità, noi abbiamo reagito cercando altrove spazi ed occasioni. Lo scorso anno siamo stati in Argentina, mentre in questi mesi abbiamo partecipato a rassegne e festival un po’ dappertutto, ricevendo anche un premio al festival della Valsesia con Hansel e Gretel».

Unica esperienza positiva, dunque, si è dimostrata “Tra Sacro e Sacro Monte” il festival proposto da Andrea Chiodi al borgo mariano: « Grazie alle amicizie e ai contatti maturati in questi anni – prosegue Chicco Colombo – siamo riusciti a presentare le nostre storie. In tutta l’estate, però abbiamo fatto 5 spettacoli quando eravamo abituati a fare 45 o 50 repliche. Per onestà, devo anche dire che ormai sia io sia mia moglie Betty, avendo meno energie, abbiamo deciso di scegliere progetti che ci diano più soddisfazioni. È indubbio, però, che la richiesta culturale sia diminuita». 

Che con la Cultura si faccia fatica a campare lo dimostrano le scelte delle due compagnie storiche: « Abbiamo lasciato il teatrino di Cazzago e radunato tutto nella nostra casa – spiega Chicco – abbiamo fatto scelte alternative come le storie che Betty racconta alle ghiacciaie e in altri luoghi storici di cui è ricco il territorio. Siamo tornati nelle scuole, come all’inizio della nostra carriera: se si fa fatica a portare i bimbi a teatro allora è il teatro che entra in aula.  C’è una certa disaffezione verso il teatro dei burattini ma anche poca voglia di progettare attorno al teatro: mi sembra che gli enti locali preferiscano sostenere le famiglie in altri modi. Noi, per evitare sorprese, abbiamo anche avviato un’attività di bed&breakfast. Non si sa mai».

Sempre attivo ed energico Martin sta per lanciare la sua nuova proposta autunnale: « Noi, però, abbiamo scelto di non aspettare ma di autoprodurci e di metterci sul mercato con il nostro nome. Lavoriamo con maestre e alunni e poi su progetti che ottengono finanziamenti regionali o nazionale. Così si riesce a sopravvivere: basta non rimanere fermi».

Pochi e bagnati: l’estate varesina ce l’ha messa proprio tutta a boicottare la Cultura.
« Questa tendenza, però, andrebbe analizzata con grande attenzione – suggerisce Martin – il teatro dei bambini forma gli spettatori di domani. Se non si inverte questa tendenza, il rischio futuro è quello di svuotare i teatri».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Settembre 2014
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