Livingston licenzia 234 lavoratori

Dopo le incertezze d'inizio estate, la compagnia ufficializza il taglio dei posti di lavoro. Nel 2013 Riccardo Toto puntava ad avere 11 aerei, ora al massimo si arriva a 3 nel periodo estivo

A distanza di quattro anni dalla prima crisi aziendale, Livingston licenzia metà dei lavoratori. 234, per la precisione, in gran parte donne (147). Dopo le incertezze di giugno sull’operatività della compagnia, la procedura di licenziamento che tocca metà dei dipendenti è stata presentata il 9 di settembre, la comunicazione definitiva è arrivata dal Ministero del Lavoro ieri, lunedì 29 settembre: le lettere di licenziamento sono già partite, anche se molti dei dipendenti coinvolti stanno ancora tentando di ottenere informazioni dalla proprietà. La Livingston di oggi non è la stessa del 2010, allora nelle mani di Massimo Ferrero, ma la New Livingston rilevata dall’imprenditore Riccardo Toto, dopo il periodo di commissariamento governativo: per metà dei lavoratori, però, l’epilogo sembra ormai amaro, con la prospettiva della mobilità (da due anni e otto mesi per chi supera i 50 anni di età ad un solo anno, 12 mesi, per i più giovani).

«Come mai nessuno ha mai controllato l’operato della New Livingston Air quando è stata affidata da un organo governativo ad un imprenditore che ha sempre potuto fare quello che ha voluto a partire dal richiamo del personale per finire alle mancate promesse?» si chiede Gianluca Tempesti (dell’Anpav, sindacato autonomo degli assistenti di volo). Le promesse erano quelle di un rilancio in grande stile della compagnia di base a Cardano al Campo: molti lavoratori in queste ore ricordano le dichiarazioni di Riccardo Toto in cui si parlava di 11 aerei e un fatturato di 250 milioni entro il 2013, ma la realtà di oggi è assai meno consolidata, la compagnia sta operando ancora con 2 Airbus A320, più uno in leasing per la stagione estiva. «Il lungo raggio (Cuba era una delle tratte più redditizie, ndr) non è mai partito, c’è stato solo per un breve periodo», conclude Tempesti. In ogni caso, è una dura realtà per i lavoratori, per cui si sta concludendo il quarto anno dalla crisi del 2010, quando la compagnia si era trovata sull’orlo del fallimento. Nel frattempo l’ex proprietario, l’imprenditore cinematografico Massimo Ferrero, ha patteggiato una condanna a 22 mesi per bancarotta fraudolenta.

Leggi anche: Massimo Ferrero patteggia, condanna a 22 mesi

Dall’estate scorsa Ferrero è divenuto anche presidente dell’Unione Calcio Sampdoria, dove si è fatto notare anche per il suo comportamento sopra le righe, anche di recente.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 30 Settembre 2014
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