Nobraino: “La gioia creativa si trova anche nelle piccole cose”
Saranno in concerto sabato sera alla Schiranna con Resistenza in Festa. Abbiamo intervistato il leader del gruppo, Lorenzo Kruger. Ecco cosa ci ha raccontato
Saranno in concerto sabato sera sul palco dell’area feste della Schiranna per la festa dell’ANPI, Resistenza in Festa. Stiamo parlando dei Nobarino, la band folk rock nata a Riccione e ormai celebre in tutto il Paese.
Abbiamo parlato con Lorenzo Kruger, la voce e anima del gruppo. Ecco cosa ci ha detto.
Partiamo dalla frase che campeggia sul vostro sito internet: preludio di un’emancipazione del dilettantismo basata sul principio secondo cui la gioia creativa è più importante del buon risultato. Ecco, quanto conta nel vostro lavoro la gioia creativa? E come la trovate?
Credo sia fondamentale in tutti i lavori, anche se la vita ti ha portato a non fare il lavoro che avresti sognato. Questa gioia deve essere ciò che sta dietro ogni lavoro, anche un semplice disegnino sul foglio. La trovi, almeno noi la troviamo così, facendo qualcosa di bello e proprio per questo l’unico modo per raggiungerla è applicarsi
Ascoltando i vostri testi si è immersi in un’atmosfera gioiosa, festante e allo stesso tempo un po’ disillusa. Cosa vi ispira di più quando scrivete i pezzi, la vita reale o quella immaginata?
I Nobraino fanno un lavoro di avanzamento. Un testo è un qualcosa che inevitabilmente fa parte della tua vita. Anche se tu scrivi di altro, quel qualcosa ha un vissuto dentro di te che si riflette nelle parole e man mano che la band canta i pezzi ci aggiungono un altro pezzo.
Cinque dischi all’attivo, l’ultimo ("L’ultimo dei Nobraino" appunto) uscito a gennaio di quest’anno. Come definite questa fase della vostra carriera?
Il nostro è un percorso in cui non ci sono parti fisse, capitoli delineati. E’ un percorso che sembra di andare in cerchio ma che in realtà è una spirale verso l’esterno
Siete noti per i vostri live, veri e propri spettacoli. Potete raccontarci da cosa prendete ispirazione e perché oltre a suonare cercate di coinvolgere il pubblico in uno spettacolo a 360 gradi?
Il modo con cui facciamo gli spettacoli è una cosa che è nata suonando e risuonando. Tutto è nato dalla mia necessità di essere al centro dell’attenzione e poi il resto della band ha seguito. Noi ovviamente non scriviamo cosa fare, è tutto molto spontaneo. Scriverlo non avrebbe mai lo stesso risultato.
Durante questi 8 anni di carriera avete collaborato con gruppi e musicisti importanti come Vinicio Capossela, Roy Paci e Marta sui Tubi, oggi c’è qualche musicista nostrano con cui vorreste collaborare?
Abbiamo incontrato un po’ di tempo fa il Collettivo Wu Ming e vorrei una nuova data insieme per incontrarci di nuovo
Passando alla vostra carriera, chi vi ha ispirato nella carriera artistica e come vi ha influenzato la vostra terra, la Romagna, nel vostro percorso musicale?
La romagna ci ha segnato moltissimo, anche se non si occupa di rock. Noi siamo sicuramente figli di quella mentalità con una tendenza spasmodica all’inserimento. Uno dei maestri ed eroi rimane l’orchestra Casadei che è stata una delle prime ad avere un coinvolgimento che guardava molto avanti anche rispetto al suo tempo.
Da qui a dicembre vi aspetta una lunga tournée, se i nostri lettori dovessero mancare la tappa varesina, quali sono le vostre prossime date?
In realtà tra qualche data faremo una pausa fino al tour natalizio. E poi da gennaio dovremmo iniziare a pensare al nuovo disco. Il mio consiglio è quindi quello di venire al concerto di sabato sera!
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