Più personale e attività: l’ospedale di Varese non è in crisi
Nonostante i tagli al settore, per l'azienda varesina il 2014 è un anno positivo che vede aumentare l'attività. Anche il pronto soccorso ha superato l'ostacolo "estate"
Un bilancio da 390 milioni di euro. Oltre 4000 dipendenti da gestire che pesano sul costo totale per 179 milioni. L’azienda ospedaliera di Varese è una macchina di grandi dimensioni con una missione delicata perché è deputata ad assicurare salute e benessere.
I numeri sono essenziali per capire la complessità di un’organizzazione che spesso finisce sotto i riflettori per piccoli o grandi problematiche. L’ospedale Varese, ma anche il Del Ponte e i plessi di Luino, Cittiglio e Cuasso, offrono un servizio che sembra peggiorare ogni anno sia per quantità che per qualità. Ma, dalla verifica dei numeri, la fotografia che ne emerge parla di una realtà diversa: « Rispetto all’anno scorso – chiarisce il direttore generale Callisto Bravi – questa azienda ha contenuto il calo dei ricoveri. In tutta la Lombardia, si è registrata una riduzione dell’8% mentre a Varese è stata del 4». Il calo è legato alla diversa considerazione di alcuni interventi che un tempo si svolgeranno in day surgery, mentre ora vengono effettuati in regime ambulatoriale con pagamento del ticket: « Nella nostra azienda, oltre all’aumento dell’attività ambulatoriale, abbiamo anche avuto una crescita dei ricoveri grazie all’assunzione di 70 infermieri e 5 ferriste con cui abbiamo contenuto la diversa organizzazione di alcuni interventi». In altri termini: oltre all’aumento del 7% delle visite ambulatoriali, si è ridotto ma solo del 4% il carico chirurgico normale : «Rispetto allo scorso anno, abbiamo avuto un aumento del 10% dei pazienti che provengono da fuori regione e che richiedono prestazioni nel campo della ginecologia, dell’otorino, dell’ortopedia, dell’audiovestibologia, dell’urologia, di cardiologia e cardiochirurgia. Il volume globale dei ricoveri è cresciuto dell’1%, soprattutto grazie all’attività della medicina e della senologia. Trattiamo oltre 500 tumori al seno all’anno, un numero che ci pone al sesto posto della graduatoria lombarda».
Dal primo ottobre, inoltre, aumenterà anche l’attività chirurgica, una scelta mirata a ridurre le liste d’attesa. A beneficiarne saranno l’otorino che aumenterà di due sedute ( 12 ore) la propria attività, di una seduta per l’urologia , 1,5 sedute per la senologia e mezza per i trapianti. Verrà anche istituita una sala jolly dalle 8 alle 18.30 a disposizione delle urgenze. Dal primo dicembre, invece aumenterà di 1 o 2 sedute alla settimana la programmazione dell’ortopedia.
Sull’attività senologica è in arrivo la riorganizzazione dell’attività multidisciplinare, quella Brest Unit annunciata 6 anni fa ma ancora non attuata: « Il primo anno verrà diretta dal dottor Eugenio Cocozza, primario del reparto di chirurgia2. A lui spetterà il compito di avviarla in attesa che arrivi la luce verde dalla Regione »
Numeri alla mano, l’azienda ospedaliera tutto sommato non soffre: « Anche il pronto soccorso ha migliorato: tra maggio e agosto, le persone che sono rimaste in barellaia oltre le 24 ore sono diminuite del 68% rispetto allo scorso anno. Ora dobbiamo completare la riorganizzazione del reparto, convertendo i letti che andranno a rafforzare la capacità dell’urologia per la “stroke Unit” ( 6 posti) mentre altri 12 saranno spostati nel monoblocco, implementando l’attività del Reparto di degenza breve internistica che già sta dando ottimi risultati e, magari, avviando anche un analogo reparto per la chirurgia».
Novità sono in arrivo appena aprirà il “monoblocchino” ormai pronto e che dovrebbe aprire a dicembre: « Qui verrà trasferita l’attività trasfusionale che diventerà uno dei 9 centri regionali per la preparazione delle sacche di sangue da distribuire agli ospedali di Varese e Como. Vi troverà posto anche l’anatomia patologica che sta aumentando la sua attività grazie alle consulenze in campo oncologico: fino al 31 agosto scorso, erano state effettuate 358 consulenze, 280 test per tumore mammario con l’individuazione di 85 casi tumorali e 47 portatori di mutazione del gene BRCA1, la scoperta di 102 tumori al colon e 18 melanomi.
Nessun taglio, dunque, per Varese ma un’attività in crescita.
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