Protesta delle famiglie anti-sfratto a Cascinetta
Dopo quelli a Sciarè prima dell'estate, nuovo presidio nella mattina di martedì in via Montebello, dov'era atteso l'ufficiale giudiziario. Si uniscono anche altre famiglie in difficoltà: "A fine settembre tocca a noi"
Nel mezzo di una crisi che colpisce molti in modo più o meno grave, la situazione più preoccupante è quella delle famiglie che – spesso una volta perso il lavoro – perdono la casa: a Gallarate la situazione è critica e da qualche mese si stanno moltiplicando le proteste in strada, nei giorni in cui si presenta l’ufficiale giudiziario, con al seguito il fabbro pronto ad aprire la porta. Martedì mattina è toccato ad una famiglia che abita in un condominio di via Montebello, nella zona tra il centro e il quartiere Cascinetta: «Ho quattro figli, ho fatto anche domanda di casa popolare, ma ancora il bando non è stato completato» dice la signora Arleni. «Siamo qui a Gallarate da 5 anni, prima abitavamo a Varese, sono in Italia da 12 anni. I miei figli hanno 18, 9 e 6 anni, il più piccolo 10 mesi». Il marito lavora, ma è uno stagionale e le entrate non bastano.
Il presidio in via Montebello è sostenuto da altre famiglie sfrattate, di altri quartieri, e anche da un gruppo di attivisti no-sfratto, che fanno riferimento a gruppi autonomi (la "sigla" più nota è quella degli Ultimi Mohicani). Parlano con il referente dell’agenzia immobiliare a cui è affidato l’appartamento, oltre che con l’ufficiale giudiziario, chiamato ad eseguire lo sfratto (il tutto è controllato a distanza da agenti della polizia in borghese). «Il prossimo passo è lo sgombero, possono presentarsi anche di notte, è terribile finire per strada così» dicono i ragazzi che sostengono la protesta. Qualche vicino guarda un po’ incuriosito, una signora ci avvicina: «Non hanno soldi per dare da mangiare ai figli, ma comprano gli smartphone». È da qui che nascono i problemi? La signora Arleni dice che la difficoltà non è solo economica, quando si parla di affitto: «Il Comune mi ha dato 1500 euro per pagare l’affitto in una nuova casa, ma ce li ho ancora sul conto: ho parlato anche con le agenzie ma quando dico che ho 4 figli, che sono straniera e che in famiglia ho una sola persona che lavora mi dicono che non va bene e non mi danno la casa». Chiedono l’intervento anche dell’assistente sociale del Comune: «L’assistente sociale ha detto che lo sfratto è da eseguire, ma sa che abbiamo fatto richiesta di casa popolare, stiamo cercando una soluzione», accusa il figlio, il 18enne Delvin. «I miei hanno fatto due mesi a telefonare per cercare una nuova casa, telefonate in continuazione».
Quando l’ufficiale giudiziario ha lasciato via Montebello (sfratto rinviato, dunque), il gruppo di manifestanti è andato in Comune, come è già successo altre volte: un po’ per parlare con gli assistenti sociali, un po’ per far vedere la protesta (nella foto sotto: lo striscione a Palazzo Broletto). Anche dal Comune di Gallarate viene confermato il sostegno dato alla famiglia, morosa da un anno: «Avevamo concordato con l’ufficiale giudiziario – spiega l’assessora ai servizi sociali Margherita Silvestrini – lo spostamento da luglio a settembre. Noi abbiamo fatto tutto quanto necessario, dato un contributo, mediato con il proprietario che però vuole l’immobile. Oggi l’unica risposta possibile è cercare una nuova soluzione abitativa: anche il rappresentante della comunità domenicana ha ben compreso che la soluzione passa da qui. Ora abbiamo chiesto all’ufficiale qualche giorno ancora, in accordo con il rappresentante di comunità».
Dietro al caso di una famiglia, si muovono appunto anche altre. Non molte famiglie, ma qualche caso c’è e certo non si nascondono. Antonio Bassan, gallaratese di mezza età, spiega la sua situazione: «A settembre tocca a me, avrò lo sfratto il 30 settembre». Abita in un alloggio alle case popolari di Cajello, che aveva deciso di acquistrare: «Ma nel 2008 ho perso il lavoro, i miei figli non lavorano, così non ho potuto più pagare spese condominiali e mutuo. Io non pretendo 1000 euro di stipendio, mi basterebbe anche di meno. Sto aspettando che mi diano una casa in via Forza Armate». Sono gli "alloggi d’emergenza" che il Comune usa come soluzione temporanea per le famiglie, in attesa di nuova sistemazione: il numero delle famiglie sfrattate, però, è decisamente maggiore rispetto alle case disponibili, 16 alloggi tra viale Milano e via Forze Armate.
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