“Bioetica e minori”: dottoranda premiata in Francia
Pamela Tozzo ha ricevuto il riconoscimento grazie a un lavoro sulla sindrome di Münchausen. Si tratta di un disturbo mentale che porta un genitore a provocare volontariamente malattie al figlio per attirare l'attenzione
Premiata il 4 ottobre nella città francese di Lille, la dottoranda dell’Università degli Studi dell’Insubria, Pamela Tozzo, per la qualità scientifica e l’innovazione della ricerca condotta sulla Sindrome di Münchausen per procura. La ragazza padovana, classe 1982, è iscritta al secondo anno di corso del Dottorato in Medicina Clinica e sperimentale ed è stata premiata nel corso della riunione annuale dell’European Association of Centres of Medical Ethics per il suo contributo dal titolo “The protection of minors’ rights in Munchausen syndrome by proxy”. La ricerca della dottoranda si colloca nell’ambito del progetto di ricerca triennale “Bioetica e minori: il ruolo del consulente etico”.
La Sindrome di Münchausen per procura è un disturbo mentale che interessa genitori o tutori ed è caratterizzato dalla produzione deliberata o simulazione di segni e sintomi fisici o psichici in un’altra persona, affidata alle cure del soggetto. Attraverso questo comportamento il genitore/tutore riceve la stima altrui perché mostra di preoccuparsi della salute del bambino. Tipicamente la vittima è un bambino piccolo e il responsabile è la madre del bambino.
È una situazione distruttiva e spesso per il personale medico è difficile comprendere subito la situazione, dato il comportamento della madre, che, a differenza di altre forme di maltrattamento, si mostra cooperante, premurosa e disponibile. La gestione di situazioni di questo tipo può essere complessa per il singolo professionista sanitario o per l’intera équipe e l’obiettivo di questo studio è stato quello di individuare gli aspetti etici ed il possibile ruolo che il consulente etico può avere in tali situazioni.
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