Cresce l’export varesino nella Ue, crolla la Russia tiene il Medio Oriente

Esaminare le modalità di corretta compilazione dei documenti che le imprese devono redigere per il trasporto delle merci su gomma, via mare e via aerea: un incontro tecnico si trasforma in evento di interesse generale per un sistema produttivo a seconda della platea. Se quella potenziale è fatta da aziende di un territorio, come quello varesino, che esporta il 45,5% del valore aggiunto prodotto e che registra (dati Istat relativi al primo semestre 2014) vendite all’estero (pari a 4,87 miliardi di euro) se non doppie, quasi, rispetto all’import (2,96 miliardi), allora un evento sulla documentazione necessaria all’esportazione diventa non solo importante, ma praticamente basilare per l’attività commerciale.

Non è dunque un caso che l’incontro operativo organizzato questo pomeriggio nella Sala Martignoni di Gallarate abbia registrato il tutto esaurito: oltre 150 le aziende presenti ad un evento che, per la numerosa richiesta di iscritti, dovrà essere bissato nei prossimi giorni per venire incontro alle esigenze di chi non ha trovato posto. Così come non è un caso che i relatori abbiano tenuto, durante i loro interventi, un focus sugli scambi intracomunitari. Lo dicono i dati elaborati dall’Ufficio Studi dell’Unione Industriali: le tensioni scoppiate in alcune aree emergenti e le incertezze geopolitiche stanno complicando lo scenario globale, incidendo sulle scelte di internazionalizzazione delle imprese varesine. Da qui anche l’aumento registrato nei primi 6 mesi dell’anno dei flussi di export verso i Paesi della Ue: +4%.

Nei momenti di incertezza ci si rifugia in ciò che si conosce meglio. Anche sui mercati. Così si spiega anche il +1,8% registrato dalle esportazioni delle imprese varesine nel primo partner commerciale del territorio: la Germania, dove le vendite manifatturiere del territorio ammontavano a fine giugno a 596 milioni di euro. Tassi di crescita particolarmente positivi si registrano anche in altre economie europee mature. Come il +8,1% messo a segno in Svezia (a quota 77,8 milioni), il +11,2% in Austria (64,9 milioni), il +9,8% in Belgio (83,5 milioni). Bene e a doppia cifra anche le performance in alcuni Paesi dell’Est come la Polonia (+22,6% a quota 118,1 milioni), l’Ungheria (+33,2% a quota 48,8 milioni), la Repubblica Ceca (+18,5% a quota 53,9 milioni).

E la Russia? Nel 2013 quella di Varese era una delle 17 province italiane che esportavano nel Paese beni per un valore superiore ai 200 milioni di euro. Le tensioni geopolitiche stanno avendo, però, un profondo impatto negli scambi con Mosca: le esportazioni sono crollate del 51% nel periodo gennaio-giugno 2014, rispetto allo stesso anno scorso. Forte il ridimensionamento anche sul lato ucraino: -36%. Altra forte contrazione registrata dalle imprese varesine nei propri flussi di export è quella subita in Turchia: -16,3%.

Fino a giugno, invece, non si è assistito a forti scossoni nei confronti del Medio Oriente, dove l’export varesino è cresciuto del 19,7% e in Africa (+52,8%). Dati, però, che potrebbero essere corretti al ribasso quando usciranno i dati del terzo trimestre estivo, periodo di forti tensioni geopolitiche e di emergenza sanitaria (con il rischio ebola).