Dignità e uguaglianza: le parole del lavoro che vogliamo

Umberto Colombo, segretario provinciale della Cgil di Varese, spiega le ragioni della massiccia mobilitazione in atto in questi giorni non solo nelle fabbriche ma anche nelle scuole e nelle strade


Nel paese la recessione è ormai "strutturale", tanto che si parla apertamente di deflazione.
La politica economica del governo tuttavia non cambia, e anziché imboccare la strada del cambiamento prosegue le politiche di austerità che hanno caratterizzato i governi precedenti, politiche che hanno addossato i costi della crisi sulle spalle di lavoratori e pensionati.
A Varese la crisi produttiva e la conseguente situazione occupazionale sono ben lontane dal raggiungere la fine del tunnel, i dati sulla disoccupazione restano drammatici: un giovane su tre è disoccupato.
Sì, diminuisce la cassa ordinaria, ma non quella straordinaria, e anche la flessione della cassa in deroga è legata più che a una vera ripresa al fatto che molte aziende hanno terminato la possibilità di usufruirne. Secondo i dati della provincia, da gennaio al 30 agosto 2014 ci sono stati ulteriori 2300 licenziamenti nelle aziende con più di 15 dipendenti.
In questa situazione, il governo sembra non voler riconoscere il ruolo confederale del sindacato e rifiuta il dialogo sociale: nella sua versione del “Vangelo secondo Matteo” il premier è sarcastico con le parti sociali, ed è chiaro come la faziosità della domanda sul “dove eravate” occulti un maldestro tentativo di cancellare le responsabilità della politica e della parte miope del sistema imprese.
Renzi dice di voler porre fine alla precarietà con il contratto a tutele crescenti: noi accettiamo la sfida ma chiediamo di chiarirne i contenuti, perché anche dopo tre anni dall’assunzione (un tempo di prova sufficientemente lungo, no?) il reintegro in caso di ingiusto licenziamento sembra restare una chimera. Non sarà che si sta pensando al licenziamento libero per i giovani, negando nei fatti proprio a loro la garanzia di un futuro occupazionale e di progettazione di vita? "Vogliamo tutti in serie A" rispondiamo al premier.
Contratto a tutele crescenti allora, ma a fronte della cancellazione delle troppe forme di lavoro precario. Né si può pensare di eliminare le garanzie per il controllo a distanza, o introdurre norme di demansionamento che penalizzino salari e capacità professionali.
Noi chiediamo per tutti il riconoscimento della maternità, della malattia e dell’infortunio, del diritto al riposo e di quello all’equo compenso così come stabilito dai contratti nazionali. Sia chiaro anche che la nostra piattaforma è aperta al confronto e al contributo di tutti e la scelta della piazza, il 25 ottobre in San Giovanni a Roma, non è una decisione di separazione da Cisl e Uil: con loro condividiamo una battaglia su previdenza e fisco e mi auguro che anche sul Jobs act le nostre strade possano convergere.
Per questi motivi la Cgil di Varese è impegnata in questi giorni in una massiccia mobilitazione che porterà al confronto di lavoratori e cittadini la nostra campagna in difesa del lavoro e dei diritti. Ne discuteremo nei luoghi di lavoro e nel territorio con grande impegno ed entusiasmo, perché siamo convinti che anche dal risultato delle nostre iniziative dipenda il futuro della dignità del lavoro, delle lavoratrici e dei lavoratori.

Umberto Colombo
Segretario Generale CGIL Varese
 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 15 Ottobre 2014
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