“I varesini potranno comprare quote del nuovo teatro”
Il sindaco: "Stiamo pensando al fundraising. Il costo della costruzione è coperto, ma potremmo in breve aprire a una gestione partecipata"
Il teatro di Varese ancora non c’è, ma già si ragiona sulla sua gestione futura. Questa mattina, il presidente della Regione Maroni ha incontrato nuovamente gli enti che partecipano all’accordo di programma per la trasformazione di piazza Repubblica. Lo stanziamento previsto è di oltre 30 milioni di euro, e 24 sarebbero quelli dedicati specificamente al nuovo teatro. Il Governatore ha spiegato che sono state definite le linee di intervento e che l’accordo di programma, nelle sue intenzioni, dovrebbe divenire un test per l’accorciamento dei tempi.
(nella foto, la firma del protocollo di intesa per la costruzione del nuovo teatro di Varese, il 31 marzo 2014 a Palazzo Estense)
Maroni ha poi rivelato che ha chiesto al comune di Varese di individuare una forma di fundraising sul futuro teatro. E questa è la vera novità, poichè l’idea sarebbe quella di chiedere alla città di acquistare una quota di proprietà dello stesso teatro. Secondo Maroni potrebbe rappresentare una svolta culturale anche per il coinvolgimento della città di Varese.
Il sindaco Attilio Fontana chiarisce che cosa stia bollendo in pentola. Il comune non ha ancora deciso quale strada intraprendere. Ma le ipotesi sono due: o mettere delle quote della proprietà del teatro in vendita, oppure creare una società per la gestione a cui si potrà partecipare con una quota. Sul modello delle società dei palchettisti che altre città avrebbero già intrapreso da tempo.
«I costi per la costruzione tuttavia sono coperti, questa va chiarito – afferma il sindaco – l’idea però è quella di far partecipare anche i cittadini e adesso studieremo come farlo. Vedremo se limitare la possibilità di acquisire una quota di partecipazione alla sola gestione, oppure se mettere in gioco anche la proprietà della struttura. Si potrebbe anche aprire ai citatdini il consiglio di amministrazione. Ma ribadisco, per la realizzazione dell’opera vera e propria, non abbiamo bisogno di soldi. Se ne arrivaranno bene, altrimenti andremo comunque avanti con quelli stanziati finora».
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