Il rapinatore ferito a Vanzaghello ammette ma non fa i nomi
Al Gip ha ammesso le sue responsabilità ma non ha collaborato per l'individuazione dei complici ai quali i carabinieri stanno dando la caccia. Agostino Iudici è una vecchia conoscenza della malavita gelese a Busto
Agostino Iudici, il rapinatore ferito da un carabinieri durante la rapina di venerdì scorso a Vanzaghello, è stato interrogato nei giorni scorsi dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Busto Arsizio Patrizia Nobile e dal sostituto procuratore bustocco Cristina Ria. Il cinquantaseienne di origini gelesi, difeso dall’avvocato Francesca Cramis, non ha potuto far altro che ammettere le proprie responsabilità sostenendo di aver preso parte alla rapina nella villa di via Giovanni XXIII ai danni di una famiglia di venditori ambulanti. L’uomo ha risposto alle domande dall’ospedale dove è ricoverato per le ferite riportate dai due proiettili sparati da uno dei carabinieri intervenuti dopo la chiamata del figlio del proprietario di casa.
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Iudici ha sostenuto di non conoscere la famiglia rapinata direttamente ma di sapere che si trattava di ambulanti noti nella zona. Il rapinatore ha, inoltre, negato di aver premuto il grilletto della sua pistola e ha chiesto che venisse effettuata una perizia sulla sua effettiva capacità di sparare sostenendo di averla dissotterrata dopo 17 anni, quando la nascose prima di essere arrestato nella maxi-operazione "San Patrizio" contro una organizzazione criminale dedita a rapine e traffico di droga nella quale era stato coinvolto. Da vecchio arnese del mestiere, inoltre, Iudici non ha voluto fare i nomi dei tre complici che hanno preso parte al colpo nella villa di Vanzaghello.
Sempre durante l’interrogatorio Iudici ha spiegato il perchè di questo ritorno sulla scena criminale (vanta anche la partecipazione ad una rapina finita in omicidio negli anni ’70) spiegando che la sua precedente attività di venditore ambulante di panini nei pressi di Malpensafiere, era naufragata a causa dei provvedimenti della polizia locale di Busto Arsizio che ne aveva prima limitato e successivamente stoppato l’attività. Oberato dai debiti avrebbe ripreso l’attività illecita di rapinatore. Ora dovrà rispondere di tentato omicidio, sequestro di persona, rapina, ricettazione.
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