In marcia contro il parcheggio al Sacro Monte
La camminata per dire no al parcheggio si è tenuta domenica 12 ottobre. I partecipanti hanno piantato simbolicamente un cipresso davanti al prato dove è previsto l'ingresso del posteggio
"Sono solo una goccia. Ma tante gocce diventano un mare", "piu alberi, meno autosili", "piu autobus pubblici, meno smog": sono stati più di un centinaio i cittadini che domenica pomeriggio si sono ritrovati accanto alla chiesa di Santa Caterina, a Fogliaro, per la marcia organizzata dal comitato Varese 2.0 contro il parcheggio alla Prima Cappella. Muniti di ombrelli per ripararsi dalla pioggia e soprattutto muniti della volontà di non farsi scivolare addosso il destino della propria città, si sono incamminati verso il "luogo del delitto", come l’ha definito ironicamente l’agronomo Daniele Zanzi, promotore dell’iniziativa «Siamo qui per ribadire il nostro dissenso nei confronti del parcheggio, che è solo uno tra i tanti prodotti di una modalità impropria di concepire le opere pubbliche, e di una politica che si distanzia dai cittadini. Siamo apartitici, ma non apolitici: vogliamo che Varese smetta di imbruttirsi».
I presenti si sono riversati davanti al recinto oltre cui giace l’area in stato di abbandono, e vi hanno appeso i loro cartelli. Lì a ridosso, hanno piantato un piccolo cipresso dove è prevista l’entrata del parcheggio, scavando a turno, adulti e anche bambini. Ciascuno ha dato il proprio contributo, simbolicamente gettando un poco di terra attorno all’albero, o appendendo il proprio cartello al recinto, con la volontà di opporre al degrado la cura, al silenzio il confronto, all’indifferenza la forza delle idee. Idee e proposte a cui il comitato ha dato voce, mettendo un microfono a disposizione dei cittadini che volevano esprimere i motivi del no al parcheggio: c’è chi ha sottolineato la sproporzione tra la quantità di soldi investiti e la piccola resa che il posteggio avrebbe, chi ha denunciato la pericolosità dell’intervento, definendolo aggressivo, e l’incompetenza e la mancanza di senso di responsabilità da parte di chi gestisce i lavori. Un partecipante ne ha contestato il metodo: «E’ mancato un disegno complessivo nei confronti di Varese, non è stata fatta una chiara valutazione di che cosa veramente possa rendere migliore la città».
«Ciò che più è allucinante è stata l’arroganza con cui si sono portate avanti le decisioni, la non disponibilità all’ascolto e al confronto» afferma Carlo Mazza, presidente della sezione di Varese di Italia Nostra.
Le proposte che avevano ricevuto porte in faccia riemergono con decisione da parte dei cittadini: alcuni hanno parlato di riutilizzare zone dismesse, di far circolare autobus ecologici, altri hanno risollevato l’ipotesi di costruire il posteggio nel vicino piazzale Montanari…
«Ci auguriamo che in quest’area sorga, invece del parcheggio, un bel giardino pubblico. Un piccolo parco da cui i cittadini possano godersi le bellezze paesaggistiche di Varese. Il 16 ottobre durante il consiglio comunale avverrà la lettura delle 7000 firme di chi si oppone al parcheggio». ha concluso Daniele Zanzi, che ha posto inoltre l’attenzione su un altro problema che si profila all’orizzonte: il lago di Varese. «Ci stiamo muovendo anche riguardo al lago, ridotto a una pozza maleodorante. Resto fiducioso: si sta risvegliando la coscienza cittadina di Varese».
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