L’arte della migrazione migliora con l’età
Sono state definite "partenze intelligenti" quelle del Nibbio Bruno. La rivista Nature dimostra l'importanza dell'età nelle trasmigrazioni. Determinante la collaborazione dell'Università degli Studi dell'Insubria
Anche per i rapaci si conferma il detto "la vecchiaia porta saggezza". Sembrano, infatti, essere età ed esperienza, oltre ai cambiamenti del clima, i fattori responsabili della migrazione del Nibbio bruno (Milvus migrans), rapace diurno comune anche in Italia. Uno studio pubblicato su Nature, realizzato anche in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Teoriche e Applicate del’Università degli Studi dell’Insubria, è emerso che la capacità di migrare migliora con l’età.
I risultati, condotti su "dati di volo" di 364 eventi di migrazione relativi a 92 nibbi di età compresa tra 1 e 27 anni, hanno portato lo zoologo del Dipartimento di Scienze Teoriche e Applicate, Damiano Preatoni, e il ricercatore Fabrizio Sergio alla definizione di "partenze intelligenti" dei rapaci, basate su veri e propri "comportamenti appresi" nelle precedenti migrazioni: «Nibbi di età diverse hanno utilizzato tecniche di volo diverse, variando tempi e rotte in modo da sfruttare al meglio i venti a favore durante la migrazione. Gli individui che sono risultati più efficienti e hanno migliorato nel corso della loro vita l’abilità nel migrare hanno mostrato anche un successo riproduttivo maggiore» afferma Damiano Preatoni.
La ricerca ha verificato che i giovani uccelli partono più tardi e volano più velocemente con un grande consumo di energie, mentre gli individui più anziani partono in anticipo e volano più lentamente, sfruttando le conoscenze accumulate nel corso della vita su velocità e direzione dei venti. «Molte specie animali migrano, e se finora si supponeva un ruolo dell’esperienza individuale nella migrazione, non era mai stato chiarito se si trattasse di un vero e proprio comportamento appreso o se semplicemente dipendesse dalla mortalità cui sono soggetti i "cattivi migratori", che non portano a termine la migrazione e non si riproducono» ha affermato Adriano Martinoli, zoologo dell’Università degli Studi dell’Insubria.
L’università degli Studi dell’Insubria, grazie alla pubblicazione dello studio sulla rivista che ne ha evidenziato la qualità della ricerca, è stata riconosciuta, a livello internazionale, come istituzione di grande pregio e valore.
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