La “bella vita” dei cani sciolti: locali, droga e prestazioni a luci rosse a pagamento
L'ultima operazione dei carabinieri ha messo in luce una figura particolare: non lo spacciatore ai margini, ma ben inserito nel tessuto sociale, tra amicizie e eccessi
«Stasera operazione cani sciolti». Parlavano così, al telefono, gli spacciatori arrestati a Sesto Calende, parlando delle loro serate: cani sciolti pronti a divertirsi a suon di eccessi, finanziati dalla vendita di hascisc, marjiuana e cocaina. Le dosi piazzate tra gli avventori di locali e bar consentiva loro festini a base di alcol e droga, ma prestazioni a luci rosse a pagamento, anche con transessuali che si prostituivano. Più che una banda, erano – anche in questo – cani sciolti: si rifornivano per lo più di droga dai “monopolisti” della droga arrestati a giugno dai carabinieri, poi la smerciavano (in ogni genere di varietà, dal “fumo” alla cocaina) nei dintorni dei locali e dei luoghi di ritrovo della cittadina di Sesto Calende, tra il pittoresco centro storico sul lungofiume e la periferia lungo la Statale del Sempione. I quattro arrestati dai carabinieri – tre cittadini albanesi disoccupati con precedenti e un italiano, operaio incensurato, tutti tra i 25 e i 30 anni – frequentavano i locali, avevano una rete di amicizia da trasformare man mano in rete commerciale: ci si incontrava nei locali, poi lo scambio di droga avveniva altrove. I crabinieri della stazione di Sesto comandata dal maresciallo Giovanni Opessio hanno sequestrato di volta in volta singole dosi, documentato le cessioni, fino ad arrivare alla conclusione dell’indagine con la Compagnia di Gallarate comandata dal capitano Alessandro Brunetti: la vendita avveniva al dettaglio, ma a volte con quantitativi più consistenti, per il consumo di gruppo. Oltre ai quattro arrestati (due residenti a Sesto, due a Castelletto Ticino, sulla sponda piemontese), c’è anche un altro italiano, denunciato.
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