La famiglia De Magistris ha vinto, il Comune ristrutturerà la casa
Accordo raggiunto tra l'assessore Cislaghi e la famiglia di 9 persone sotto sfratto che protesta. La casa assegnata dall'Aler verrà ristrutturata e nel frattempo potranno continuare a vivere nell'appartamento di via Nievo. Anche a Busto è emergenza sociale
La protesta è andata in scena di nuovo, dopo quella clamorosa messa in atto davanti all’ingresso del Comune di Busto Arsizio ieri (giovedì). Salvatore De Magistris, cinquantenne disoccupato con moglie e sette figli, si è incatenato ancora ma questa volta davanti al condominio privato dove attualmente abita con tutta la famiglia in via Ippolito Nievo. Dopo che l’Aler gli ha assegnato una casa in via Silvio Pellico ha deciso di protestare perchè la ritiene non abitabile e per dimostrarlo ha fatto redarre anche una perizia che dimostra il cattivo stato in cui versa. Forte anche delle prescrizioni dell’Asl non si è dato per vinto e dopo tre mesi di attesa ha ottenuto un impegno da parte dell’assessore ai Servizi Sociali Mario Cislaghi per una ristrutturazione sulla base di quanto richiesto dall’Azienda Sanitaria Locale.
Anche questa mattina si sono vissuti momenti di tensione, Salvatore si è incatenato al cancello d’ingresso del condominio e con lui c’erano una ventina di attivisti di alcune sigle dell’antagonismo locale, un’altra coppia di sfrattati e alcuni amici di famiglia: tutti decisi a sostenere la protesta dell’uomo. L’assessore Cislaghi si è presentato, come promesso una settimana prima in occasione dell’ennesima ingiunzione di sfratto non portata a termine, con una soluzione che potesse accontentare tutte le parti in causa e chiudere una partita che stava diventando ingestibile anche a causa delle intemperanze del De Magistris, deciso più che mai a far valere quello che a suo dire è un diritto inalienabile. Davanti all’avvocato Attardi, che difende la famiglia di sfrattati, e al legale del proprietario dell’appartamento, l’avvocato Tosi, l’assessore ha presentato una proposta: l’assessorato si fa carico dell’affitto dei due mesi di proroga concessi dal proprietario e nel frattempo, con Aler e Agesp, provvederà a far eseguire dei lavori di ristrutturazione dell’appartamento in base a quanto richiesto dall’Asl.
Sul posto erano presenti anche il dirigente del commissariato di Busto Arsizio, Franco Novati, e alcuni suoi uomini per evitare che la situazione potesse sfociare in un problema di odine pubblico visto il clima surriscaldato che si era ormai creato attorno al caso della famiglia di sfrattati. Davanti alla proposta dell’assessore, dopo circa un’ora, il De Magistris ha accettato e ha firmato l’accordo mettendo fine alla protesta. Certamente un episodio emblematico di una situazione che si sta facendo sempre più difficile a livello sociale, anche in una città come Busto Arsizio che da sempre è considerata tra le più ricche della provincia di Varese e dell’intera Lombardia. Il problema degli sfratti si sta facendo sentire, come più volte denunciato da esponenti del Partito Democratico in consiglio comunale ma anche dallo stesso assessore ai Servizi Sociali che si è visto tagliare risorse, ad esempio, nel settore più delicato che riguarda i minori in difficoltà. Un tema, quello sociale, che è destinato a deflagrare anche qui come altrove.
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