L’anima pittorica di Carluccio Prevosti

Una mostra omaggio ricorda l’architetto, arredatore, gallerista varesino nell’anno del centenario della nascita con opere degli anni Trenta e Quaranta

Carluccio Prevosti, architetto, arredatore, gallerista varesino, viene ricordato nell’anno del centenario della nascita con una mostra che racconta la sua attività di pittore, compresa perlopiù negli anni tra 1930 e il 1945.

Ad organizzare la rassegna i Musei Civici di Varese e gli eredi dell’artista: essa  presenta una quarantina di ritratti e paesaggi ed è corredata da una serie di schizzi prospettici di interni, una grande veduta aerea acquerellata di un primo progetto per l’aeroporto della Malpensa e alcune tavole che si riferiscono principalmente a progetti presentati e/o realizzati nel territorio di Varese. Completa questo aspetto della sua attività un video che illustra i suoi progetti e le opere architettoniche realizzate. La mostra sarà inaugurata il 4 ottobre alle 18.00.

Carluccio Prevosti, nato a Varese, frequenta il liceo artistico di Brera a Milano e poi e si iscrive alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, dove si laurea nel 1938. Finiti gli studi, inizia a lavorare nella fabbrica di mobili fondata da suo nonno e coltiva la passione per la pittura. La maturazione delle capacità pittoriche di Carlo si deve anche all’ambiente della propria casa di Varese, dove il padre Cesare conduceva con successo un mobilificio, e soprattutto una galleria d’arte dove passavano alcuni dei migliori artisti italiani di quel momento.

Nel 1930 Carluccio, sedicenne, partecipa con due quadri – Il nonno, ritratto del nonno Angelo Aletti, e una veduta del Lago di Varese – alla sezione “Arte” della mostra di San Pedrino nella villa omonima, mostra organizzata dalla Azienda di Cura, Soggiorno e Turismo in collaborazione on la Società Orticola Varesina. 

A quello stesso anno risale una delle opere di maggior impegno di Carlo, cioè il trittico – il trittico a quell’epoca era un tipo di composizione molto diffuso tra i pittori locali, basti menzionare l’esempio di Oreste Albertini – Paesaggio di Via Brunico verso San Fermo, donato ai servizi sociali del Comune di Varese.

Nel 1932, in una mostra alla galleria Prevosti cui parteciparono anche De Bernardi, Gariboldi e Montanari, accompagnati da quadri di diversi artisti varesini e da alcuni giovani esordienti, Carluccio espone il grande quadro Ora Serena, il suo capolavoro esposto anche oggi in Sala Veratti.

Tra il 1934 e il 1937 partecipa a varie mostre collettive e la validità dei suoi interessi pittorici viene confermata dai premi ottenuti: nel ’34 una medaglia d’argento alla Mostra Figurativa della Provincia di Varese e una medaglia d’oro alla mostra di Malnate con Le Vecchie fornaci. Dal 1938, mentre si rarefanno le occasioni espositive, aumenta per lui l’impegno di progettazione nel campo dell’arredamento e dell’architettura insieme a quello della gestione del mobilificio i famiglia. All’indomani dell’8 settembre 1943, espatria in Svizzera, e si ritrova al Campo di Internamento Militari Italiani a Herzogenbuchsee, vicino a Berna. Qui Carluccio, dipinge con assiduità ed espone 17 quadri giungendo a elaborare uno stile pittorico personale e degno di grande attenzione in particolare nel genere della ritrattistica, in cui riesce a  rielaborare in chiave moderna le istanze nord-europee che aveva fatte proprie nei primissimi anni della carriera. A luglio del 1945 Carluccio torna a Varese, dove si sposa con Giuliana Ehrat, che aveva conosciuto in Svizzera, riprende la direzione della ditta di famiglia e lascia, temporaneamente, la pittura. Essa però ritorna nei momenti di quiete, in vacanza, con gli spunti dei soggiorni in Toscana e in Puglia.

 

Carluccio Prevosti (1914 – 1981): L’amore per la pittura di un architetto varesino
4 ottobre -25 novembre 2014
Sala Veratti, via Veratti, 20 Varese
Orari: da martedì a domenica 9.30 – 12.30 / 14.00 – 18.00 – Ingresso gratuito 
www.varesecultura.it

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Pubblicato il 03 Ottobre 2014
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