Un’ora al giorno per pulire la scuola. La protesta delle lavoratrici
I tagli all'orario delle addette alla pulizia dei 22 istituti scolastici crea disagi nelle scuole e svuota le buste paga. Antonio Ferrari (Cobas): «Renzi ha promesso scuole belle con i fondi del servizio di pulizia»
Da quando le hanno ridotto l’orario di lavoro da trenta a nove ore a settimana, Concetta vive con duecentocinquanta euro al mese. Non che prima la vita per lei fosse semplice, visto che guadagnava settecento euro, ma un livello così basso di salario non se lo sarebbe mai aspettato all’alba dei sessant’anni. Un destino che condivide con le colleghe dell’istituto tecnico Daverio e che riguarda, anche se con tagli dell’orario meno pesanti (al Liceo scientifico Galileo Ferraris hanno tagliato 6 ore alla settimana), altre 90 lavoratrici della Manutencoop, la cooperativa che ha in appalto le pulizia dei 22 istituti scolastici delle provincia.
Insieme ai sindacalisti dei Cobas, le lavoratrici della pulizia nelle scuole hanno protestato prima davanti all’Inps e poi al provveditorato agli studi non solo per portare a conoscenza dell’opinione pubblica la situazione che stanno vivendo a causa dei tagli dell’orario di lavoro, ma anche per chiedere lo sblocco da parte dell’Inps della cassa integrazione arretrata, riferita all’anno 2013 quando la società che aveva l’appalto era la Nord Servizi srl. «È una situazione che stride rispetto agli annunci fatti da Renzi – spiega Antonio Ferrari – sulla ristrutturazione di tutte le scuole pubbliche. E così il servizio di pulizia, già penalizzato nel passato con tagli continui, è stato sacrificato per ristrutturare le scuole perché da lì vengono sottratti dai fondi per il servizio di pulizia. E tutte le scuole dove è stato ridotto fortemente il servizio, già a partire da qualche giorno, sono in uno stato indecente».
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