Arcisate – Stabio, nuova gara d’appalto per ultimare i lavori
Lo ha deciso Rfi: il contratto con l’ICS, attuale appaltatore, sarà risolto formalmente per mutuo consenso. Le procedure del nuovo bando saranno concluse in circa sei mesi e il cantiere sarà riaperto entro il secondo semestre 2015. In Svizzera inaugurano domani
Novità in vista per l’Arcisate – Stabio. Sul fronte italiano della ferrovia (in Svizzera inaugurano il tratto da Stabio a Mendrisio mercoledì 26 novembre) bisognerà aspettare ancora parecchi mesi per veder ricominciare i lavori. Rfi infatti ha deciso di indire una nuova gara d’appalto per affidare l’opera ad una diversa impresa costruttrice: «Una scelta dettata dall’impossibilità di individuare condizioni percorribili e condivise fra RFI e l’attuale appaltatore (ICS) per proseguire con la commessa in essere – spiega in una nota Rete Ferroviaria Italiana -. L’appalto verrà pertanto risolto formalmente per mutuo consenso. Rete Ferroviaria Italiana avvierà le procedure per il nuovo bando non appena sarà pubblicata la delibera CIPE (10 novembre) relativa al progetto per lo smaltimento delle terre da scavo in esubero». L’iter per la nuova gara sarà concluso in circa sei mesi. Le attività di cantiere potranno riprendere nel secondo semestre 2015, al termine dell’iter per l’assegnazione dei lavori.
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«La decisione di chiudere il contratto non è conseguenza di una scelta preordinata di RFI, come sembra emergere dalle dichiarazioni dell’ingegner Claudio Salini pubblicate dai media nazionali e svizzeri, ma dalle azioni messe in campo dall’appaltatore – continua la nota di Rfi -. Lo stesso infatti, aveva già comunicato il 30 settembre scorso, nella riunione del tavolo di monitoraggio istituito presso Regione Lombardia, l’intenzione unilaterale di chiudere il cantiere a causa della mancanza della delibera CIPE prevista dall’accordo sottoscritto nel febbraio 2014. Decisione poi confermata a RFI con lettera formale. Per proseguire i lavori, l’impresa ha poi presentato una richiesta economica – dallo stesso definita non trattabile – di 52 milioni di euro aggiuntivi, a fronte di lavorazioni ancora da eseguire per 85 milioni di euro. Un adeguamento, in aumento, dei prezzi contrattuali di oltre il 60%, peraltro non collegato ad alcun evento già accaduto, ma solo basato su valutazioni extracontrattuali. Una proposta inaccettabile per RFI, perché è una ricontrattualizzazione del prezzo dell’appalto tramite una revisione prezzi non ammessa dalla vigente legislazione. Sostanzialmente una richiesta al di fuori di ogni consentita e ragionevole gestione dei fondi pubblici con cui l’opera viene realizzata».
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