“Difendiamo Malpensa”, nuovo tentativo

Una mozione in consiglio provinciale, presentata dal centrodestra, per provare a rilanciare la mobilitazione contro il Decreto Lupi, dopo mosse fallite e polemiche tra sindaci. «Serve unità d'intenti»

Un nuovo tentativo di aggregare la mobilitazione contro il Decreto Lupi: il centrodestra (Lega Nord e Forza Italia in testa) ci prova con una nuova mozione in consiglio provinciale, da discutere oggi. «La nostra idea – dice Piero Galparoli, della lista Liberi per la Provincia – è che non si deve sottovalutare il problema come ente provincia. Abbiamo fatto 50mila tavoli, ma non si è ottenuto risultati: si possono ottenere risultati solo se si riesce a presentarsi uniti, per questo spero che la sinistra in blocco l’approvi». L’obbiettivo è uscire dal solo, immediato circondario di Malpensa e arrivarea a coinvolgere tutti i Comuni, «perché probabilmente non si capisce quale impatto avrà il Decreto Lupi» incalza Giuseppe Longhin, capogruppo della Lega Nord. Alla presentazione della mozione (in una sede istituzionale, in municipio di Somma Lombardo) è intervenuta anche la consigliera regionale leghista Francesca Brianza:  «Il Decreto Lupi è solo l’ultimo intervento che penalizza Malpensa, specie di fronte all’occasione di Expo», ha spiegato (nelle foto sotto, Guido Colombo, sindaco di Somma Lombardo, nella veste da protesta con cui si era già presentato anche al Pirellone).

Riuscirà questa nuova mossa ad allargare la mobilitazione pro-Malpensa? Finora – va detto – i tentativi di mobilitazione unitaria non sono stati proprio fortunati: Lega e Forza Italia avevano rotto gli indugi fin dalle prime ore, ma la loro mossa (in piena fase elettorale provinciale) ha finito per creare qualche attrito anche tra alcuni dei sindaci del Cuv, l’area a ridosso dell’aeroporto. Poi c’è stato il tentativo del sindaco di Gallarate, che ha messo insieme i colleghi di Varese, Busto, Magenta e Novara ma si è visto stoppato dagli altri sindaci del territorio, che si sono sfilati (primi tra tutti, quelli del Cuv, che si sono sentiti "scavalcati"). E ora? Due sembrerebbero le linee che emergono: i sindaci di Somma, Lonate e Ferno rilanciano l’idea del miniCuv o superCuv, aggregazione tra i soli tre Comuni di sedime più direttamente toccati, che «hanno problemi diversi da altri Comuni», dice Danilo Rivolta sindaco di Lonate e presidente di turno del Cuv, affiancato anche da Mauro Cerutti, sindaco di Ferno e presidente Ancai. Un’ipotesi – quella del miniCuv – che poco convince gli altri Comuni della zona della brughiera, che hanno alzato le barricate di fronte al rischio di sentirsi tagliati fuori.

Al miniCuv sarebbe delegata la voce critica sui problemi del rapporto tra Malpensa e il territorio, la prospettiva più ampia, per il centrodestrea, deve invece essere orientata allo sviluppo e al rilancio. Il sindaco di Somma Guido Colombo lo dice in modo colorito, quasi correggendo il tiro rispetto ai sindaci del Cuv (che sia versione base o mini): «Giusto che i sindaci non facciano parte del tavolo tecnico convocato a Milano, la politica ambientalista è da sempre quella che guida i sindaci. Stiano a casa che è meglio». Insomma: continuare a parlare dei problemi finisce a frenare il rilancio dello scalo, mentre la prospettiva deve cambiare. «Malpensa può arrivare a 30 milioni con le infrastrutture attuali», sintetizza ancora Rivolta. Per il resto, si deve alzare il livello, anche oltre la provincia: «Deve essere Regione Lombardia – dice Colombo – a prendere in mano la questione, anche con la partecipazione in Sea: l’intuizione di Maroni era geniale». E Francesca Brianza pensa anche ad andare oltre, ragionando per esempio con il territorio novarese, «da cui riceviamo molte richieste» di una nuova mossa pro-Malpensa.

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Pubblicato il 27 Novembre 2014
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