Dopo lo sfratto, manifestazione al municipio di Cavaria

Nella prima mattina è stato eseguito uno sfratto in case popolari nella frazione di Premezzo, subito dopo la rete antisfratto si è riunita davanti al municipio, presidiato dalle forze dell'ordine

Sfratto esecutivo a Premezzo, manifestazione davanti al municipio a Cavaria: è il nuovo capitolo della campagna di contestazione della rete antisfratto che opera a Gallarate e nei dintorni e che già in passato si era presentata a Cavaria con Premezzo, sempre per lo stesso caso. La famiglia è stata sfrattata per morosità dalle case popolari (di proprietà del Comune, gestite da Aler Varese) nel piccolo centro della frazione Premezzo. I manifestanti della rete antisfratti – che vede la partecipazione anche del gruppo Ultimi Mohicani di Gallarate, ma anche di altre persone sfrattate – si sono radunati a Cavaria verso le 9 del mattino, guardati a vista dalle forze dell’ordine, che sono intervenute anche con un reparto di polizia in tenuta da ordine pubblico (inizialmente si pensava che il corteo volesse occupare la strada statale).

Lo sfratto esecutivo è ovviamente contestato prima di tutto da Mario e Luciana, gli abitanti dell’appartamento Aler, il cui ingresso è stato anche murato a seguito del provvedimento esecutivo del Tribunale di Busto Arsizio. «Si sono presentati prima delle 7 del mattino e ci hanno fatto uscire di casa, non abbiamo potuto prendere poche cose» dice la signora Luciana. «Abbiamo abitato in quella casa per vent’anni. Io sono senza lavoro, lui l’ha perso da quattro anni e dopo la mobilità non abbiamo più avuto soldi. Abbiamo tre figli che sono andati in comunità perchè non potevamo più dare da mangiare». Da qualche tempo la casa era priva di energia elettrica e gas (mentre l’acqua non viene chiusa, per motivi sanitari). Il signor Mario dice che il Comune ha proposto una soluzione con una cooperativa d’inserimento lavorativo, «ma mi chiedevano di frequentare il Sert per risolvere una dipendenza che non ho». Il Comune, dal canto suo, risponde dicendo che la situazione è stata seguita nel tempo, con un impegno anche economico: «Abbiamo dato contributi per sostenere le spese – dice il sindaco Alberto Tovaglieri – la situazione è stata seguita dai servizi sociali, provvedendo alle necessità immediate della famiglia. Avevamo trovato una cooperativa con inserimento lavorativo, ma il percorso proposto non è stato seguito nel modo corretto. Se reagiscono in modo negativo, non si può arrivare a una soluzione», conclude il sindaco.

La manifestazione ha mantenuto il presidio di fronte al municipio fino alle 12, la polizia è rimasta in posto (insieme a carabinieri e polizia locale). Il gruppo Bloccare Ogni Sfratto contesta radicalmente la  politica sugli alloggi e la casa, contestando banche e immobiliari e chiedendo – appunto – di bloccare ogni sfratto, in questo caso anche da case pubbliche. Il presidio è stato tolto dopo l’incontro tra amministrazione e famiglia sfrattata: «Abbiamo ricevuto la famiglia, ero presente io ed era presente l’assistente sociale» dice ancora il sindaco Tovaglieri. Dall’incontro è uscita una soluzione-ponte nell’immediato: «Abbiamo trovato un alloggio temporaneo, per dieci giorni, la famiglia ha firmato un impegno: dovrà aderire al percorso del Sert e dare la disponibilità al successivo inserimento lavorativo».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Novembre 2014
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