“Finmeccanica all’estero è screditata, deve cambiar nome”
Alessandro Pagano, della segreteria nazionale Fiom Cgil, è intervenuto al convegno dedicato alla holding di Stato che controlla AgustaWestland e Alenia Aermacchi
«Non ho un pregiudizio su Mauro Moretti, perché attualmente nessuno conosce il suo progetto industriale». Alessandro Pagano (foto sopra), della Fiom Cgil nazionale, ha visto il nuovo amministratore delegato di Finmeccanica una sola volta e in quell’occasione non si è parlato del piano industriale. «Ricordo che voleva cambiare nome al gruppo – spiega Pagano – perché "Finmeccanica" era troppo screditato all’estero, per via degli scandali e delle inefficienze, e quindi squalificava anche i singoli brand».
Il passaggio da fare, secondo il sindacalista della Fiom, non è dismettere bensì passare da una holding finanziaria a una holding industriale dove la mano dello Stato si esprima con chiarezza nella visione industriale e nel controllo, cosa che oggi non avviene in quanto lo stesso Moretti «agisce come se Finmeccanica fosse roba sua, con dichiarazioni molto discutibili a partire dall’inefficienza delle fabbriche del sud fino alle carpenterie di basso livello, con cui ha bollato alcune lavorazioni all’interno del gruppo».
Pagano è convinto che le produzioni non solo vadano mantenute, ma rilanciate in una nuova prospettiva che tenga conto delle nuove sensibilità, a partire dalla sostenibilità economica fino a quella ambientale. «Pensiamo all’Ansaldo Breda (area trasporti di finmeccanica, ndr)– conclude il sindacalista – era sull’orlo del baratro perché in mano a gente incapace, mentre oggi rischia il pareggio di bilancio».
Emilio Esposito, docente di ingegneria industriale alla Federico II di Napoli, sa che in un convegno della Fiom pronunciare il nome di Sergio Marchionne è come parlare di corda in casa dell’impiccato. Eppure, secondo lui, l’amministratore delegato dell’ormai ex Fiat è stato l’unico «padrone» italiano che ha avuto una visione industriale vincente. «Marchionne – spiega Esposito – ha capito che se voleva vendere automobili Fiat doveva fare prodotti belli esteticamente bypassando anche lo stesso marchio. Il successo della nuova 500 è dovuto solo alla sua bellezza, il marchio Fiat non viene nemmeno citato».
E qualunche sarà il nuovo nome del gruppo, la futura Finmeccanica dovrà occuparsi solo di aerospazio.
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