Il “cinema glocal” applaudito a Varese

Grande successo per la serata dedicata a Italy in day, il film collettivo che Gabriele Salvatores ha realizzato grazie ai filmati di migliaia di italiani che hanno raccontato un pezzetto della loro vita

C’è anche un pezzetto di Varese in Italy in a Day, il film realizzato da Gabriele Salvatores grazie ai filmati raccolti il 26 ottobre 2013 da migliaia di italiani.
Si chiama Giuseppe Antonio D’Acci e ieri, giovedì 13 novembre, poco prima della proiezione del film, è salito sul palco di Glocal News insieme a Vittorio Cosma, producer e compositore della colonna sonora e a Michele Mezza, giornalista e scrittore. 
«È stato davvero commovente rivedersi nel film – ha detto D’Acci, davanti a una platea gremita -. Quel giorno mi sentivo inutile, vuoto. Sono andato in pensione a 59 anni, relativamente giovane, ma non più reciclabile per questa società e ho voluto gridare il mio senso di smarrimento al mondo intero». Un grido, quello di D’Acci, che compone, insieme a centinaia di altre voci, un mosaico intenso e commovente dell’Italia contemporanea. «Nella selezione dei filmati – ha detto Cosma – abbiamo cercato di rispettare il più possibile il contenuto di quanto arrivava. È stato questo il nostro obbiettivo fin dall’ideazione del progetto». Una scelta che il pubblico ha apprezzato e che ha mostrato i volti di un Paese controverso e bellissimo, gioioso e malinconico, romantico e generoso.

Le voci che si alternano sono quelle del nostro vicino di casa, dei nostri genitori, dei nostri amici. Sono le nostre voci. Un susseguirsi di immagini e di parole in cui è facile immedesimarsi e riconoscersi. Italy in a day è un grande esperimento di racconto collettivo, in cui la mano di Salvatores è appena percepibile e i momenti più emozionanti si alternano alla vita quotidiana, ai suoi piccoli sprazzi di gioia, alle sfide che affrontiamo tutti i giorni, a volte senza nemmeno accorgercene. È così che in questo flusso di coscienza collettivo trovano spazio in egual misura, la vita del fornaio e quella del medico volontario in Iraq, la voce di una ragazza assonata e quella di una dottoressa che quotidianamente assiste i malati terminali, lo smarrimento del giovane disoccupato costretto a rimanere in Italia e specularmente quello di chi emigra in cerca di fortuna. La gioia della giovane coppia che ha appena avuto un figlio e quella, identica, di due padri nel presentare al mondo la loro bambina. Italy in a Day è insomma il degno erede di un filmologia che ha nei viaggi-reportage di Mario Soldati, o nei Comizi d’Amore di Pierpaolo Pasolini il suo modello e che restituisce dignità e importanza alla voce degli italiani. 

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Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 14 Novembre 2014
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