Il PD accusa: “La Regione taglia 35 milioni all’istruzione”
Fabio Pizzul, capogruppo in commissione Cultura del consiglio regionale, lancia l'allarme: meno 27 milioni per la formazione, solo 5 milioni per le scuole dell'infanzia mentre per il buono scuola ci saranno 29 milioni
Meno 27 milioni di euro per la formazione professionale. Altri 4 tolti alle scuole dell’infanzia e altrettanti alla dote merito. E il solito gap tra buono scuola, 29 milioni, e dote scuola, per quanto riguarda il sostegno al reddito, solo 5 milioni. In totale, solo su queste voci, un taglio di 35 milioni di euro. Il capitolo ‘Istruzione’ del bilancio di Regione Lombardia si sta impoverendo anno dopo anno, da quanto emerso oggi, martedì 25 novembre 2014, in VII Commissione Cultura del Consiglio regionale, che ha affrontato, appunto, la presentazione dei documenti finanziari.
«Per quanto riguarda la formazione professionale siamo passati dai 95,1 milioni di euro messi a bilancio per il 2014 ai 67,9 milioni previsti per il 2015 – spiega Fabio Pizzul, consigliere regionale del Pd e capogruppo in Commissione –. Quindi, la differenza è di oltre 27 milioni di euro che rischiano davvero di abbassare il livello dell’offerta».
Non solo, aggiunge Pizzul: «Anche sul capitolo dei contributi alle scuole dell’infanzia si passa da quasi 9 milioni a 5, con una differenza di circa 4 milioni di euro da un anno all’altro».
Per non parlare del sistema dote scuola: «Nel 2015 si confermano i 35 milioni di euro, suddivisi tra i 29 destinati al buono scuola e i 5 milioni per la dote scuola-sostegno al reddito, quindi utili a comprare i libri di testo. E su dote merito da 5 milioni si è passati a uno. Si conferma, dunque, la differenza di risorse e la mancanza di equità, come se non fosse importante aiutare le famiglie in difficoltà».
Da un punto di vista strettamente politico, «la maggioranza ha, ovviamente, accusato il Governo di aver effettuato dei tagli, ma anche in una fase di crisi e di ristrettezze le decisioni possono essere più corrette – commenta Pizzul –. Ad esempio, si possono destinare i 30 milioni per un referendum inutile a coprire intanto i ‘vuoti’ del capitolo istruzione».
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