La Prima Guerra Mondiale, grande miniera per il giornalismo di oggi

Uno degli incontri organizzati al festival di Varesenews ha riguardato migliaia di diari dei soldati della Grande Guerra che, grazie al gruppo "L'Espresso", sono tornati a disposizione di tuitti

Un evento “glocal”, vecchio di un secolo, che merita di essere ricordato e che è al centro di un investimento importante da parte di un grande gruppo editoriale. La Prima Guerra Mondiale, al centro da qualche mese di una serie di rievocazioni in molti Paesi, può essere descritta anche così: un evento capace (purtroppo) di coinvolgere centinaia di milioni di persone ma anche di impattare in modo forte sulle comunità locali. Quelle dove le battaglie sono state combattute, ma pure quelle da dove sono partiti (e raramente tornati) i protagonisti sfortunati di quegli eventi. Per questi motivi i diari dei combattenti di un secolo fa sono stati al centro di un incontro nella Sala Campiotti di piazza Montegrappa, condotto dal giornalista di VareseNews Andrea Camurani. I diari in questione sono quelli contenuti nell’archivio di Pieve Santo Stefano – rappresentato dal ricercatore Nicola Maranesi – e messi a disposizione di una platea universale grazie all’impegno del gruppo Finegil-L’Espresso su spinta di Pier Vittorio Buffa e di Luigi Vicinanza, entrambi presenti oggi a Varese.
Oggi un migliaio di brani tratti dalle lettere scritte dal fronte sono pubblicati su un sito, suddivisi per temi e localizzati attraverso alcune mappe multimediali che permettono a tutti – da storici e ricercatori, a semplici lettori e studenti – di addentrarsi nelle storie raccontate da chi ha perso la vita, o l’ha rischiata, nelle trincee del Triveneto. Un contributo straordinario, per numero e contenuti, che è una vera miniera per i giornalisti interessati da queste vicende, su cui il gruppo Finegil ha coinvolto i proprio quotidiani locali, un periodico importante come l’Espresso e tutti i portali web della società. Bella e toccante, a corredo dell’incontro, la testimonianza della figlia di Giuseppe Trentini, “ragazzo del ’99” originario di Milano e autore di uno dei molti diari raccolti a Pieve Santo Stefano e divulgati grazie al progetto voluto da Finegil. Di lui ne ha parlato proprio Andrea Camurani sulle pagine (digitali) di VareseNews. E Trentini è finito anche su un volumetto redatto dalla famiglia, per perpetuare il ricordo dei racconti della Grande Guerra.

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Pubblicato il 13 Novembre 2014
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