Parte un nuovo anno alla Liuc: “L’università al servizio dell’innovazione”
Inaugurato il nuovo anno accademico dell’ateneo che sarà all’insegna dell’equità nel tentativo di "coniugare crescita ed equità, sviluppo e meritocrazia”. Ma il presidente Graglia lancia l’allarme: “Lo stato deve smettere con i tagli"
Sono numeri confortanti quelli che segnano l’avvio del nuovo anno accademico della Liuc a partire proprio dal più importante, le immatricolazioni: +24% in un solo anno. «Mai come quest’anno una delle parole chiave sarà equità -spiega il presidente Michele Graglia- un principio cardine nella distribuzione delle risorse». La sfida per i prossimi anni sarà quindi quella di «coniugare crescita ed equità, sviluppo e meritocrazia» con la consapevolezza che «i nostri giovani oggi devono più che mai investire sulle proprie competenze e sulla propria capacità di essere protagonisti nel mondo globale».
«Per lo studente l’università non è solo un investimento in capitale umano ma pure un prezioso segnale del proprio valore in termini di competenza, affidabilità e adesione ad un sistema valoriale» ha spiegato il Rettore Valter Lazzari precisando che parallelamente i giovani chiedono «un adeguato ritorno lungo la propria vita». Proprio per questo motivo nel corso degli anni la Liuc ha ribadito il valore «dell’università intesa come comunità fisica, in cui l’interazione diretta tra le persone resta il fulcro di un’esperienza di crescita e formazione a tutto tondo». E l’università di Castellanza, in questo campo, è in prima linea: internazionalizzazione, laurea in economia in inglese, giurisprudenza, scuola di ingegneria, smart up. «Tutte queste innovazioni nascono dal costante contatto con il mondo del lavoro e permettono di creare nuovi profili lavorativi -continua Graglia- perchè costruire competenze è il primo degli obiettivi che la liuc si prefigge». Il presidente dell’Università Cattaneo ricorda infatti che «siamo nati poco più di vent’anni fa con una missione: preparare i giovani per continuare a sostenere lo sviluppo di quel l’immenso patrimonio imprenditoriale che ha caratterizzato il nostro territorio».
Oggi nonostante la crisi «dobbiamo ribadire questa missione e ccanto alla formazione ci concentriamo ancor più su quella ricerca che può offrire sostegno e sviluppo. Da università per le imprese a università per le nuove professionalità». Tutti i progetti, della Liuc, specialmente quelli che guardano all’estero, hanno però un comune denominatore che non deve essere frainteso: «Internazionalizziamo per permettere ai nostri giovani di affrontare il mondo globale ma non dobbiamo dare mai la sensazione che stiamo dando loro gli strumenti per scappare via». Ed è proprio per questo che il nuovo anno accademico è partito con due lezioni si strettissima attualità italiana: con il professor Franco Gallo per affrontare il tema del sistema tributario in termini di maggiore equità distributiva e l’alimentazione e sistema tributario.
Ma l’occasione è utile per lanciare un allarme riguardo i fondi pubblici: «Questo è il primo anno in cui l’ammontare globale del fondo di finanziamento ordinario delle università non è inferiore a quello dell’anno precedente -spiega Graglia- ma è altrettanto vero che sono previste riduzioni ancora drastiche le università non statali». La Liuc dovrà fare quindi i conti con un netto abbassamento dei trasferimenti statali che solo nello scorso anno accademico sono state sforbiciate del 25%.
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