Zia Fausta :”Un ballo per la vita” l’iniziativa rinviata in Primavera
Nel calendario degli eventi benefici quest’anno ne viene a mancare uno importante : un ballo per la vita, la consueta manifestazione che si svolgeva con il patrocinio del Casinò di Campione d’Italia e dell’Amministrazione Provinciale, in favore della missione in India di Fausta De Martini.
«Sono costretta a rimandare l’iniziativa in Primavera», spiega zia Fausta, come viene amorevolmente chiamata dai suoi bambini. È così che questa donna piena di zelo e di entusiasmo è stata obbligata a prendersi qualche mese di pausa, a causa di motivi di salute, prima di ripartire per la sua amata India.
Da ormai 23 anni, insieme alle Suore Missionarie dell’Immacolata, è in prima linea nella cura e nella difesa delle persone fragili, vittime di emarginazione e di malattie e da 23 anni innumerevoli sono le opere e i progetti resi concreti anche grazie alle donazioni ricevute proprio in concomitanza di Un ballo per la vita: a Shantinagar è stata realizzata una scuola con annesso un ospedale attrezzato con sala operatoria, reparto maternità e laboratorio analisi, in questa struttura trovano ospitalità circa mille bambini; a Kudapphà invece la "Saint Joseph’s girls high school", un grande edificio che offre la possibilità a 500 ragazze di risollevarsi dallo stato di miseria, consentendo loro di essere di supporto anche alle famiglie; a Mumbai, Fausta contribuisce sostenendo un lebbrosario che cura e protegge le persone colpite da questa malattia e soprattutto cerca di prevenire il contagio ai famigliari; a Vinukonda è un centro composto da due strutture: una in cui sono accolti i malati terminali colpiti da AIDS e una seconda che consiste in una casa dedicata all’alloggio delle suore missionarie e del personale sanitario; ad Halia ha sede una grande casa accoglienza per gli studi, in cui trovano dimora centinaia di ragazzi; infine ad Athanì, località sperduta della regione del Karnatak, dove le persone vivono senza le minime regole di igiene, vi è una casa che ospita bambine cieche, abbandonate dalle famiglie di appartenenza.
Tutto questo è stato reso possibile poiché dopo la tragica scomparsa del figlio Carlo, questa donna si è messa alla ricerca di una nuova ragione di vita, che ha trovato proprio in un viaggio nell’amata terra indiana, varcando le soglie del lebbrosario di Mumbai.
«Vorrei ricordare che senza l’aiuto dei benefattori, dell’Amministrazione Provinciale, del Comune e Casinò di Campione d’Italia che hanno sempre supportato la mia iniziativa, poco sarebbe stato possibile. – continua zia Fausta – Tengo a rinnovare l’invito alla festa al rientro dal mio viaggio in India».
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