No Tav in presidio: “Sabato tutti al carcere di Busto”
Il movimento contro la linea Torino - Lione lancia una mobilitazione ai piedi del penitenziario all’interno del quale è detenuto un attivista arrestato per un attacco al cantiere. Appuntamento sabato alle 14.30
Era la notte tra il 13 e 14 maggio 2013 quando un attacco al cantiere TAV di Chiomonte segnò un cambio di passo nei rapporti tra chi lotta contro la linea ad alta velocità e la magistratura torinese. Con l’accusa di terrorismo, infatti, lo scorso dicembre vennero arrestati quattro attivisti. Qualche mese dopo, a luglio, in manette finirono altri 3 No Tav con l’accusa di danneggiamento, incendio, violenza a pubblico ufficiale e detenzione e fabbricazione di ordigni esplosivi o da guerra. In questo secondo gruppo di arrestati c’è anche Lucio Alberti, 24 anni, che da quel momento è stato rinchiuso all’interno del carcere di Busto Arsizio. E’ proprio per mostrare la propria solidarietà agli attivisti arrestati che sabato 22 novembre il movimento No Tav si è dato appuntamento alle 14.30 davanti al penitenziario di via per Cassano.
Ecco nella nota diffusa dalla "Assemblea delle realtà di movimento della provincia di Varese" i motivi della mobilitazione.
Durante la settimana che va dal 14 al 22 novembre il movimento No Tav organizzerà numerose iniziative di solidarietà in tutta Italia e non solo.
Anche noi vogliamo essere vicini a questi compagni e compagne con un presidio che si terrà il 22/11 fuori dalle mura del carcere bustocco, luogo in cui, vale la pena ricordarlo, le condizioni detentive sono pessime, tanto che la Corte di Strasburgo circa un anno fa ha condannato lo Stato italiano per il trattamento inumano dei detenuti. Non sono certamente migliori le condizioni del carcere di Varese, di cui però difficilmente si sente parlare, ma in cui le condizioni dei detenuti sono addirittura peggiori. Sarà l’occasione per portare la nostra solidarietà attiva a tutti i detenuti di Busto, e a tutte le compagne e i compagni No Tav indagati e arrestati (tra cui anche Giobbe, compagno della provincia di Varese). Attraverso questa mobilitazione ribadiamo inoltre che il TAV non è affare esclusivo della Valsusa, ma rientra in una logica di sistema decisamente più ampia, i cui effetti sono ben visibili sul nostro territorio.
Infatti, il suddetto sistema prevede la complementarietà di linee ad alta velocità su ferro e su gomma (Pedemontana, TEEM, Bre.Be.Mi, tangenziali varie sono alcuni esempi), il tutto completato da poli logistici ed interporti che fungono da raccordo tra i due metodi di trasporto (come ad esempio Hupac, all’interno del quale si verificò un incidente nel marzo scorso che avrebbe potuto avere conseguenze molto serie per la salute della popolazione della zona). Insomma, la solfa è sempre la solita: grandi opere inutili e dannose per i più (vedi la diossina della Pedemontana o l’arsenico dell’Arcisate-Stabio per citare solo due esempi vicini a noi), con la sola speranza, spesso disattesa, di fare correre le merci nella maniera più veloce possibile, a scapito – come sempre, di chi in questi territori sempre più devastati e inquinati ci vive.
Riteniamo che ribellarsi a tutto ciò non solo sia legittimo, ma anche assolutamente necessario. Ci schieriamo a fianco di chi, mettendosi in gioco in prima persona, ha gettato il cuore oltre l’ostacolo e in una calda notte di maggio ha tracciato una nuova possibilità, accolta con favore ed entusiasmo dall’interno movimento No Tav. E proprio per questo la procura di Torino vorrebbe, attraverso le richieste di pena per Chiara Claudio Mattia e Niccolò, minare le basi dell’intero movimento No TAV, che però ha risposto e continua a rispondere in maniera efficace a questi attacchi, dimostrando la vicinanza e complicità con i propri compagni, anche e soprattutto in questa occasione.
In una società che distrugge il territorio in nome del Dio Denaro e che umilia le persone in nome della sacralità della Legge non possiamo che considerare nostro compagno il sabotaggio, pratica utile ai resistenti di ogni tempo per bloccare gli ingranaggi e i progetti del potere.
Sabato 22 novembre alle 14.30
presidio fuori dal carcere di Busto, via Cassano Magnago 102
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