“Non si confonda l’influenza con il virus Ebola”
Nella lectio magistralis, il professor Paolo Grossi ha parlato di infezioni emergenti e ricorrenti dell'era della globalizzazione. L'occasione per mettere in guardia dall'abuso di antibiotici
Globalizzazione, turismo di massa, immigrazione. Sono tanti i fattori che stanno alla base di epidemie e pandemie nuove e ricorrenti. Lo ha sostenuto il professor paolo Grossi a cui è stata affidata la "lectio magistralis"per l’apertura dell’anno accademico dell’università dell’Insubria.
Una lezione che è partita dalla nuovissima emergenza di Ebola ( proprio di oggi è la notizia che un medico dell’associazione Emergency è rimasto contagiato mentre si trovava in Sierra Leone) riportando, però, alla memoria le tante, tantissime epidemie che l’umanità ha affrontato: « Quando Fleming scoprì la penicillina, si pensò che tutte le malattie erano state sconfitte e che l’uomo non correva più rischi. Nulla di più sbagliato».
Dagli anni ’40 all’inizio del terzo millennio, sono state scoperte 335 nuove malattie scoperte, mentre le patologie infettive sono la causa di morte nel 26% dei decessi totali.
Dal virus dell’Aids, scoperto nel 1983 dopo due anni che seminava morte, a quello della Sars del 2003 fino alla Dengue e a Ebola, la storia evidenzia che la medicina non riesce mai a debellare del tutto la malattia: « Oggi si muore ancora per l’Hiv. Sono soprattutto in Africa, ma anche in Italia si registrano ogni anno numerosi contagi e in Lombardia abbiamo un triste primato», spiega il professor Grossi che aggiunge anche il ritorno di una diversa forma di Sars che interessa ora le regioni del Medio Oriente, piuttosto che la tubercolosi tornata a colpire soprattutto giovani stranieri e anziani italiani
« Il punto è che questi batteri si modificano e cambiamo diventando resistenti agli antibiotici – sottolinea Grossi – ecco quindi che l’abuso di questi medicinali è una lama a doppio taglio perchè si finisce per rimanere inermi davanti all’evoluzione dei germi. Occorre fare attenzione e non abusare».
Ma a fare più paura al professor Grossi, in questi giorni in cui l’allarme influenza sta per diventare realtà, è la paura irrazionale di Ebola: « Si presenta con gli stessi sintomi dell’inlfluenza. Non vorrei che si scateni il panico ogni volta che una persona di colore accusasse febbre e vomito: la paura scatenerebbe una reazione che non siamo certamente preparati ad affrontare. Invito tutti, dunque, a riflettere e a capire che solo una piccolissima parte dell’Africa ( tre paesi ben precisi: Sierra Leone, Liberia e Guinea) sta vivendo questa emergenza. Se, dunque, il paziente non è stato in una di quelle zone nelle tre settimane precedenti alla manifestazione febbrile non si deve assolutamente temere».
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