Ridurre le radiazioni per il personale: obiettivo di uno studio

La Fisica sanitaria dell'azienda ospedaliera di Varese sta indagando sugli effetti delle radiazioni ionizzanti sul cristallino. L'indagine è in corso ma sono già state individuate dei nuovi dispositivi di protezione

La struttura di Fisica Sanitaria dell’Azienda ospedaliera sta conducendo una ricerca per valutare in maniera sempre più accurata le dosi da radiazioni ionizzanti che gli operatori della radiologia possono assorbire nello svolgimento del loro lavoro.

Questo studio, che evidenzia l’attenzione dell’Azienda per la sicurezza del suo personale, permetterà di introdurre nuove misure che riducano ulteriormente i rischi per gli operatori. 

In particolare, l’attenzione è puntata sugli effetti sul cristallino, un tessuto molto sensibile alle radiazioni ionizzanti in quanto poco vascolarizzato. Inoltre, la recente ricerca scientifica ha dimostrato che la sua radiosensibilità è superiore a quanto si pensasse, portando varie organizzazioni internazionali di radioprotezione a rivedere al ribasso la soglia di dose da radiazioni che può indurre cataratta.

La Fisica Sanitaria varesina sta quindi effettuando una campagna di misure sul campo, simulando l’esecuzione di esami di radiologia interventistica su oggetti test che si sostituiscono al paziente e, parallelamente, misurando la dose di radiazioni al petto e al cristallino di un manichino che si sostituisce invece al medico operatore. Le dosi da radiazioni vengono quindi misurate ripetutamente in diverse condizioni clinicamente verosimili e con il manichino-medico che indossa o meno occhiali anti-raggi X, senza ovviamente porre a rischio nessun operatore reale.

Questo permette di valutare più accuratamente le dosi da radiazioni assorbite dagli operatori più esposti, in modo che possano svolgere il loro lavoro con maggiore serenità, consapevolezza e sicurezza.

I risultati dello studio, che è tuttora in corso, hanno già permesso di individuare i dispositivi di radioprotezione più adatti a seconda dei casi così da ridurre ulteriormente i rischi a cui si espongono gli operatori, e in particolare quelli che si dedicano ad interventi mini-invasivi sotto guida radiologica, cioè quelli che operano nelle strutture di Radiologia interventistica, Neuroradiologia ed Emodinamica.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Novembre 2014
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