Stavolta come mi ammazzerai? Intervista a Stefano Edda Rampoldi

Intervista al cantautore milanese in occasione dell'uscita del suo ultimo album

Edda musicista Stavolta come mi ammazzerai? È un titolo provocatorio, una domanda frutto di un’inquietudine costante, che a lungo andare però diventa ironica, quasi curiosa. Edda, nel suo terzo album, vorrebbe saperlo.

Uscito il 28 ottobre 2014 per Niegazowana, prodotto da Fabio Capalbo, che ricopre anche il ruolo di batterista, è un album che rimane impresso, senza mezzi termini, diretto ed istintivo. Partendo dai provini registrati sull’Ipad in circa un anno e mezzo, ha preso vita un progetto che si radica nel profondo dello spirito punk per rigenerarlo e trovare lo  slancio per sorvolare il panorama musicale. A lui la parola.

Parlando di interviste: ho visto che anche a te piace intervistare le persone, informandoti sulla loro vita e sulle loro passioni. Da cosa nasce questa cosa?
«Di fatto sono curioso. Mi piace tanto capire come si comportano le persone. Lo trovo stimolante. È interessante capire quello che pensano, cosa dicono».

Che rapporto hai con le interviste in generale?

«Mah ti dico, se le domande sono le stesse, racconto delle storie diverse. Vado molto di fantasia. Alla fine l’Italia è un paese in cui la verità ha facce molteplici».
 
Che rapporto hai con la fama?
«Non saprei se parlare di “fama”. Il successo non proprio cosa sia, la mia vita è sempre la stessa. Il mio karma è sempre quello. Quando incontrerò la Fama,  quella vera, te lo farò sapere».

Questo disco è il più rock dei tuoi dischi precedenti. Si può dire che ogni  disco ha un suono diverso. Cosa ti ha spinto ad adottare questo tipo di sonorità?

«Abbiamo suonato in tre: chitarra, basso e batteria. Siamo partiti così, come un classico gruppo rock. Poi piano piano il progetto ha preso forma». 

Quanta autobiografia c’è in questo disco, soprattutto nei testi?

«Non mi ricordo quando compongo  i testi, credimi, dovrei rileggerli e commentarli a posteriori. Ho messo quello che mi veniva, che stava bene. Suono quello che mi viene, non mi lego al testo.  Le canzoni vengono fuori in maniera istintiva».
 
Giorni fa ho visto il videoclip di Pater su Mtv. Ti vedremo a Sanremo prima o poi?
«Spero di no. Vorrei lasciare il posto a chi è più motivato. Spero che Dio mi risparmi da questa punizione».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Novembre 2014
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