Erasmus+: investire in formazione per arginare la povertà

Nella sede della Provincia, presidi, docenti, amministratori comunali, operatori di Informagiovani hanno ascoltato le potenzialità offerte dal nuovo progetto di mobilità giovanile dell'Europa

Il 2020 è ormai vicino. Quelli che furono indicati a Lisbona come traguardi importanti per la comunità d’Europa, però, sono ancora lontani dall’essere conquistati. Così nel campo della povertà ed emarginazione, così negli investimenti energetici per la salvaguardia dell’ambiente, così nella lotta alla disoccupazione e nella promozione di modelli educativi che prevengano l’alto tasso di abbandono scolastico ( l’Italia è al secondo posto per abbandoni con il 17% della popolazione studentesca) e aumenti il livello di laureati tra i trentenni. 

Dopo aver promosso i diversi istituti di scambio europeo a livello di istruzione ( parliamo di progetti leonardo, Comenius ed Erasmus), l’Unione Europea ha riunificato in un unico istituto tutte le esperienze formative di scambio e confronto tra studenti e docenti e giovani in generale. 

Questa mattina, a Villa Recalcati, la Provincia ha accolto  dirigenti scolastici, docenti, amministratori comunali, funzionari amministrativi, operatori di Informagiovani e Informalavoro, esponenti di cooperative e associazioni, per spiegare il nuovo sistema “Erasmus+”.

«Sempre nell’ambito delle nostre competenze – ha dichiarato il Presidente della  Provincia di Varese Gunnar Vincenzi in apertura dei lavori – è nostra intenzione promuovere e far conoscere opportunità davvero interessanti come questa. Questo programma, sostenuto con finanziamenti europei, è rivolto ai giovani studenti, ma anche a docenti e operatori che lavorano nel settore “Gioventù” e offre opportunità interessanti per migliorare la formazione e le competenze da “spendere” poi nel mondo del lavoro. Ciò significa dare impulso anche all’economia del nostro Paese e migliorare i sistemi, attraverso la promozione di partenariati strategici e lo scambio di buone prassi tra mondo della scuola e formazione e mondo del lavoro».

L’Europa, quindi, ha messo sul piatto ulteriori 14,7 miliardi di euro per i prossimi 7 anni, per  incentivare la mobilità internazionale di giovani e adulti, con l’obiettivo di incrementare le competenze, migliorare la qualità dell’apprendimento e favorire quindi l’occupabilità delle persone e la competitività delle aziende. Il fine dichiarato è quello di arrivare a coinvolgere 4 milioni di giovani, studenti e adulti in tutta Europa per acquisire esperienze e competenze tramite percorsi di studio, formazione o volontariato all’estero.

Nodi centrali, dunque, saranno lo scambio ma anche la collaborazione e il confronto a diversi livelli al fine di innovare e modernizzare le pratiche di insegnamento e il lavoro giovanile.  
La spiegazione di opportunità, modelli e scadenze è stata affidata a Laura Natali di Indire (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa del Ministero dell’Istruzione), che ha approfondito l’azione “Istruzione” e Giovanni Maccioni di Eurodesk, la rete europea finalizzata a sostenere la mobilità dei giovani in Europa, che ha affrontato il capitolo “Gioventù”.

«Il mondo sta cambiando rapidamente – ha spiegato Laura Natali – e i sistemi di istruzione devono modernizzarsi e adattarsi a nuovi metodi di insegnamento e apprendimento, cogliendo le nuove opportunità esistenti».

Investire nella formazione e nell’istruzione servirà ad arginare l’aumento della povertà : «almeno 20 milioni di persone rischieranno meno di rimanere in situazione di povertà ed emarginazione. Ruolo cruciale è quello di istruzione e formazione professionale per la loro capacità di affrontare l’elevato livello della disoccupazione in Europa, soprattutto della disoccupazione giovanile e a lungo termine, anche aumentando le possibilità di impiego, promuovendo la cultura dell’apprendimento permanente, contrastando l’esclusione sociale, incoraggiando la cittadinanza attiva per colmare il divario tra le conoscenze acquisite con l’istruzione e la formazione e le abilità e competenze richieste nel mondo del lavoro».

Più istruzione, più formazione e più confronto, nei programmi comunitari, dovrebbero quindi portare ad arginare l’elevato livello della disoccupazione , soprattutto di quella giovanile e a lungo termine. Per ottenere quel traguardo, quindi, bisognerà aumentare tirocini e apprendistati di qualità, inclusi quelli nelle micro imprese e nelle piccole e medie imprese, avere maggiore trasparenza e maggiore riconoscimento delle qualifiche e delle competenze, aumentare l’adozione degli strumenti dell’UE per trasparenza e riconoscimento, rafforzare la qualità dell’insegnamento e della formazione.

Erasmus+ mira a coinvolgere 4 milioni di persone che avranno opportunità di mobilità e di istruzione e formazione all’estero, 500.000 giovani volontari o partecipanti a scambi di giovani, 2 milioni di studenti e 800.000 insegnanti trainers che potranno chiedere un periodo di formazione ma anche di insegnamento all’estero: il processo di apprendimento è attivato da metodi di educazione non formale, cercando di costruire modelli di cooperazione transnazionale tra due o più organizzazioni provenienti da diversi paesi all’interno e all’esterno dell’Unione europea. 

Oltre alla formazione, l’integrazione potrà avvenire anche nella forma del Servizio Volontario Europeo, riservato a giovani tra i 17 e i 30 anni che esprimono il loro impegno personale attraverso il servizio non retribuito, a tempo pieno, fino a 12 mesi in un altro paese all’interno o all’esterno dell’UE. 

Tra le prime scuole a recepire la nuova normativa c’è l’Ite Tosi di Busto  che ha avviato un progetto di “partenariato strategico” coinvolgendo 4 scuole superiori di Francia, Regno Unito, Spagna e Turchia per arrivare alla costruzioni di modelli di apprendimento con materiali didattici on line progettati da docenti per stimolare una comunicazione interattiva e una diversa fruizione dello spazio classe quale quello della “flipper class” cioè una classe “capovolta” dove i ragazzi diventano protagonisti della lezione. 
 

Programma del seminario e scheda di iscrizione sono disponibili alla pagina  www.provincia.va.it/Erasmus+

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 05 Dicembre 2014
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