Frana, il Comune tenta un nuovo accordo con Regione e Parco

«Entro il 30 marzo tenteremo di arrivare ad un accordo quadro», dice l'assessore Alberto Bilardo. Già il 23 dicembre l'amministrazione ha avuto un incontro in Regione Lombardia per "ricucire" lo strappo

L’amministrazione comunale tenterà di chiudere entro marzo «un accordo-quadro» con Regione e Parco del Ticino, per far ri-partire il recupero della frana del Belvedere.

A distanza di due anni e mezzo dal primo smottamento dell’1 maggio 2012, la collina affacciata sul fiume Ticino è stata stabilizzata (anche con la realizzazione di un muro al piede della frana) ma il progetto di risistemazione dell’area manca ancora: Regione Lombardia a novembre ha mandato una dura lettera al Comune di Somma, annunciando anche il ritiro dei finanziamenti regionali, che dovevano coprire il 50% e più dell’importo totale del progetto. Per il sindaco Guido Colombo la situazione si può "ricucire", la lettera del 23 novembre è stata veicolata con «una strumentalizzazione da parte dell’opposizione» («anche loro hanno votato contro in commissione», ribadisce il sindaco: una questione su cui si è già avuto un botta-e-risposta).

Lo scorso 23 dicembre gli assessori Alberto Bilardo e Alberto Barcaro hanno avuto una riunione con il dirigente al territorio di Regione Lombardia. «Abbiamo fatto chiarezza con il dirigente» spiega Bilardo. «Siamo partiti dall’idea di fondo che vogliamo mettere in sicurezza la frana e che apprezziamo l’apporto di Regione Lombardia, così come Parco. Ci divideva l’idea di come arrivare al recupero».

Il primo progetto era stato sviluppato dal Consorzio Est Ticino Villoresi, che aveva ricevuto il mandato dagli altri attori, ma nella seconda riunione di conferenza dei servizi l’accordo era saltato, per il parere negativo dei proprietari di case nella zona (che chiedevano un intervento più incisivo) e soprattutto perché l’amministrazione si è tirata indietro. Ora però la giunta dice di voler riaprire il tavolo: «Ci sarà una ripartenza – spiega ancora Bilardo – e si tenterà entro il 30 marzo di arrivare ad un accordo quadro, metteremo mano al progetto per ottenere la condivisione massima».

L’obbiettivo è ottenere nuovamente un accordo condiviso con il Parco e con Regione Lombardia (il Consorzio Villoresi ha un ruolo più tecnico e operativo, nella redazione del progetto. «La Regione ci ha dato informalmente disponibilità a far parte dell’alleanza».

Sull’ipotesi di un accordo ci sono anche scadenze obbligate: una è quella delle elezioni, previste a fine primavera, l’altra è quella del bilancio previsionale (per questo l’amministrazione ha indicato marzo come tempistica per molte opere da mettere in cantiere d’urgenza).

Quanti soldi dovrà mettere il Comune? «Metteremo una cifra ragionevole, dipende dal progetto» dice Bilardo, che ribadisce come l’amministrazione, su questo fronte, voglia muoversi con la massima prudenza. «Non sappiamo quanti soldi ci metteranno le assicurazioni, perchè la responsabilità deve essere appurata dalla giustizia, che ha i suoi tempi». Il riferimento è al processo in corso a Busto Arsizio, che nel novembre scorso è stato praticamente azzerato: tra gli imputati ci sono sindaci sommesi presenti e passati, tecnici, presidenti di Amsc (la società che gestiva il depuratore) presenti e passati.

Tra prudenza amministrativa e tempi della giustizia, la ferita nel cuore della valle del Ticino rimane aperta (foto sopra)

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 31 Dicembre 2014
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