Il linguaggio informatico si impara con il gioco

Quasi 300 alunni delle medie sono stati ospiti dell'Ite Tosi per apprendere i segreti della programmazione. Sotto la guida di docenti e studenti tutor hanno compreso le regole del pensiero computazionale

In futuro, tutti saranno capaci di programmare così come oggi siamo capaci di scrivere. L’obiettivo era già stato indicato chiaramente nella riforma proposta con la Buona Scuola. Il linguaggio informatico deve diventare materia di insegnamento in tutti gli ordini e i gradi della scuola italiana. I ragazzi non saranno più solo fruitori passivi ma creatori di contenuti. 

In quest’ottica, il Miur ha stabilito che questa settimana, dal 9 al 14 dicembre, le scuole italiane aderiscano all’evento mondiale denominato “The hour of code”, coinvolgendo circa milioni di studenti in 180 diversi paesi. 

L’Ite Tosi di Busto Arsizio si è subito fatto avanti lanciando la proposta alle scuole medie del territorio. Così, il 10 dicembre, i ragazzi del triennio “sistemi informativi” e i relativi docenti hanno ospitato 290 alunni delle scuole di Gorla Maggiore, Gorla Minore, Marnate, Olgiate e della media Bossi di Busto per due ore di giochi e studio grazie al portale “code.org”.

Obiettivo è stato quello di far conoscere il pensiero computazionale, una logica creativa attraverso i giochi. 

Positivo il giudizio delle insegnanti delle medie che hanno visto i propri alunni appassionarsi superando le barriere dell’inglese : « Noi proponiamo ai ragazzi un’ora alla settimana di informatica – spiega la docente di matematica della media di oliate Giuseppina Mirabelli – Questa, però, è una validissima opportunità per far loro capire cosa c’è dietro un gioco».



Divertiti sono sembrati anche gli studenti tutor: « È chiaro che ci hanno chiesto spiegazioni e aiuto davanti alle parole inglesi o per partire con un gioco – commenta Antonio – ma alcuni se la sono cavata benissimo anche da soli »

« Si appassionano come per tutti i giochi, poi, piano piano, scoprono di star utilizzando gli strumenti della programmazione – spiega la docente Stefania Paci del Tosi – Capiscono il valore della scelta, il senso della ripetizione oppure della ripetizione per un numero preciso di volte. E così si avvicinano divertendosi all’informatica perché sono proprio questi elementi alla base del lavoro dei programmatori». 

Un percorso su 20 livelli, chi tagliava il traguardo otteneva la certificazione di “coder” ma anche la scoperta di un linguaggio nuovo da esplorare.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Dicembre 2014
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