La Spes di nuovo nel mirino della Corte dei Conti
"Poca trasparenza e violazione dei principi contabili", è questa la denuncia che il Collegio dei revisori dei conti ha presentato alla Corte dei Conti in merito alla gestione della Spes, la società partecipata del Comune
La domanda non è se, ma quando la Corte dei Conti tornerà a bussare alle porte del Comune. Tema del contendere, ancora una volta, la Spes, la società partecipata sommese. Al centro della discussione, tre case ricevute in eredità dal Comune e passate nel patrimonio della Spes.
Una storia complicata quella degli immobili milanesi, di proprietà del Comune di Somma Lombardo, ceduti alla società partecipata Spes srl di cui l’ente pubblico è socio unico.
Una storia passata già una volta al vaglio della Corte dei Conti che il 28 novembre 2013, trasmette al Consiglio comunale un esposto in cui accerta "l’assenza di trasparenza nell’operazione di conferimento dei beni immobili siti in Milano a titolo di aumento di capitale della società" e "l’incapacità" della stessa di "mantenere un reale equilibrio finanziario".
Una vicenda su cui, a distanza di un anno, grava una nuova denuncia, quella del Collegio dei revisori dei conti del Comune, che il 4 ottobre scorso, chiede alla Corte dei Conti di valutare l’operato dell’amministrazione data la “poca trasparenza nella gestione dei fondi, derivati dalla gestione degli immobili, e la violazione dei principi contabili nella redazione del bilancio di Previsione della società partecipata".
Il problema ravvisato dal Collegio dei revisori dei conti e, precedentemente, dalla sezione regionale della Corte dei Conti è, in soldoni, quello che per tenere in piedi i traballanti bilanci della Spes, gli stessi siano stati sanati dalla vendita di tre appartamenti in zona Moscova, a Milano, di proprietà del Comune di Somma. Un patrimonio che stando alle stime dell’Osservatorio del Mercato immobiliare, riportato dalla stessa relazione della Corte dei Conti, sarebbe superiore a quanto poi incassato dalla Spes all’atto di vendita.
Nell’operazione condotta dal Comune e dalla sua partecipata, la sezione regionale della Corte dei Conti ravvisa inoltre che Spes ha disatteso il suo stesso Statuto societario. La vendita dei tre appartamenti milanesi è, secondo l’Organo statale, finalizzata alla sola "alienazione dei beni" e non, come previsto dalla Statuto, alla "valorizzazione" del patrimonio comunale.
Ma c’è di più. Oltre alle modalità con cui è stata condotta la vendita degli immobili, la Corte dei Conti rileva che il ricavato derivato dall’alienazione dei beni di proprietà comunale, non ha rispettato il vincolo deliberato dalla Giunta regionale (VII/4827 del 2001), secondo cui i "proventi dell’eventuale alienazione del patrimonio" devono essere destinati a "fini sociali".
Al contrario, "sin dal momento dell’iscrizione del conferimento dei beni siti in Milano nel patrimonio scoiale (della Spes ndr.), gli amministratori della società hanno evidenziato che l’operazione era finalizzata a riportare in equilibrio la società".
Un equilibrio pari a 3.107.504 euro. Non proprio bruscolini per un Comune di quindicimila abitanti.
Ora si attende una nuova pronuncia della Corte dei Conti, sollecitata dal Collegio dei revisori dei Conti che, in data 4 ottobre 2014, chiede di valutare le singole responsabilità sulla "poca trasparenza nella gestione dei fondi derivanti dalla gestione degli immobili e la violazione dei principi contabili nella redazione del bilancio" di previsione 2014. Una violazione aggravata dal fatto che il bilancio di previsione della società partecipata per il 2014 è stato sottoposto all’assemblea dei soci per la sua approvazione, senza il parere obbligatorio del Collegio dei revisori dei conti. Sulla vicenda il sindaco del Comune, Guido Colombo, ha preferito non esprimersi. Mentre l’assessore alla Pianificazione territoriale con delega alle Società partecipate, Alberto Bilardo, ha dichiarato di aver pronta una memoria di parte da presentare alla Corte dei Conti come risposta alla denuncia del Collegio dei revisori. Aggiungendo che: «Se la Corte dei Conti ritenesse di avviare un procedimento nei confronti dei soggetti responsabili, gli stessi si difenderanno nelle sedi appropriate. Il Comune valuterà poi di costituirsi parte civile contro gli stessi responsabili».
Intanto l’opposizione, per bocca del consigliere Jimmy Pasin, fa sapere di essere d’accordo con l’assessore Bilardo e che: «Dove venissero accertate delle responsabilità queste dovranno essere sanzionate. Siano esse in capo a un amministratore, a un dirigente o a un dipendente. In ogni modo – conclude Pasin – rimango dell’idea che la Spes vada chiusa».
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Felice su Palloni per tutti, esperimento fallito
Andrea Camurani su Furti in abitazione in tutto il Nord, colpite anche Varese e Sesto Calende, 6 in manette
Papi57 su Furti in abitazione in tutto il Nord, colpite anche Varese e Sesto Calende, 6 in manette
GrandeFratello su Il sindaco Galimberti e la Giunta al fianco dei lavoratori: "In corso un piano di riorganizzazione per i Servizi demografici "
Vinx su 300 giorni di lavori sulla strada tra Varese e Gavirate: preoccupati i sindaci di Barasso, Casciago e Luvinate
Vinx su Traffico a Varese: "E se dicessimo che è caotico perchè ci sono in giro troppe auto?"
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.