Ultimatum su Accam: “O decidiamo o smantelliamo tutto”

Se entro il 22 dicembre non sarà presa una decisione sul futuro dell’impianto il sindaco Gigi Farioli si dice pronto a richiedere indietro il sito dove sorge l’impianto. E chiede di convocare “un incontro chiarificatore"

Arriverà nei prossimi giorni a tutti gli enti interessati la lettera che il sindaco Gigi Farioli sta scrivendo. Una missiva che, secondo le anticipazioni dello stesso Primo Cittadino, non dovrebbe lasciare margini a nuove incertezze. Si legge nella nota diffusa nelle scorse ore:

Se entro il 22 dicembre i sindaci dei ventisette Comuni non sapranno dare un’indicazione certa che garantisca il futuro secondo le esigenze di cui sopra, tutti quanti comincino a considerare che il sindaco di Busto chiederà immediatamente la restituzione alla Città e al territorio dell’intero sito di via Bienate che ormai da troppi anni è stato sacrificato alle esigenze della provincia di Varese, della provincia di Milano e dell’intera regione. Ovviamente bonificato.

Un ultimatum che sarebbe motivato dall’impasse nella quale sta finendo il progetto di ristrutturazione dell’impianto, stretto tra chi vorrebbe il totale spegnimento dei forni e chi invece vorrebbe mantenere attiva almeno una linea. Gigi Farioli spiega così di aver convenuto con l’assessore regionale all’ambiente, Claudia Terzi, la stesura della missiva "affinché prima dell’assemblea del 22 dicembre ci possa essere un ulteriore incontro chiarificatore, grazie alla disponibilità, al rispetto delle autonomie locali e alla correttezza manifestata anche in queste ore da Regione Lombardia e dall’assessore regionale".

Una presa di posizione, quella del sindaco Farioli, che potrebbe increspare ulteriormete acque già abbondantemente agitate. A Legnano è uno scontro frontale quello tra le minoranze e l’assessore Luminari mentre anche a Gallarate la situazione non è delle più rosee: una posizione chiara non c’è anche se ufficialmente la maggioranza ha presentato una mozione che punta ad incrementare la raccolta differenziata. Ciò che è certo è che sono sempre di più gli amministratori che chiedono l’abbandono della combustione dei rifiuti in favore di pratiche collegate al riciclo e al selezionamento dei materiali.
Ma anche se i tre soci di maggioranza della società -Busto, Gallarate e Legnano- dovessero trovare la quadra, questo potrebbe non bastare. La somma delle loro quote azionarie arriva poco sopra il 43% del totale e quindi dovrebbero comunque cercare appoggi in altre amministrazioni. E potrebbe non essere una passeggiata.



Redazione VareseNews
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Pubblicato il 02 Dicembre 2014
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