Cent’anni di Grande guerra nel calendario dell’Esercito
Presentato a Villa Recalcati l’anno che verrà visto dagli uomini in grigioverde: omaggio al sacrificio di chi un secolo fa combatté per la patria
Un fante con l’elmetto che fissa la fotocamera con un sorriso amaro, nella mano sinistra tiene un foglio posato su una gavetta, nella destra un lapis; di fianco un altro intento a scrivere a capo chino sul foglio. Questa foto, che è il frontespizio del calendario dell’Esercito Italiano per l’anno che verrà ritrae probabilmente alcune delle quattro miliardi di lettere che vennero vergate, spedite, aperte e lette nel corso del primo conflitto mondiale dai soldati italiani (i dati sono riportati in Storia intima della Grande Guerra. Lettere, diari e memorie dei soldati del fronte, a cura di Quinto Antonelli, in uscita per Donzelli).
Soldati scrittori (sebbene gli analfabeti erano quasi 4 su 10), soldati che per la prima volta sentivano parlare dialetti diversi. Questo il primo fotogramma che racconta con le immagini ciò che fu il primo conflitto mondiale: guerra di difesa del suolo patrio ma anche grande evento culturale vissuto, loro malgrado, da molti combattenti. Lo hanno ricordato in molti oggi, a Villa Recalcati, alla presentazione del calendario, avvenuta per la terza volta proprio a Varese.
Lo ha ricordato il prefetto Giorgio Zanzi ad una folta delegazione di studenti di alcuni istituti superiori del capoluogo. Alla presentazione hanno partecipato il generale di brigata Antonio Pennino, ai vertici dell’Esercito in Lombardia, oltre al vice presidente della Provincia di Varese Giorgio Ginelli. Presente all’incontro anche il giornalista di Rete 55 Matteo Inzaghi, che si è soffermato nel suo intervento sull’importanza dello Stato e della legalità anche alla luce di alcune notizie di cronaca di questi giorni; presente anche il collega Gianluca Rossi, giornalista di Tele Lombardia “prestato” all’Esercito per l’occasione.
Il progetto grafico ed editoriale del calendario è totalmente improntato sulla Prima guerra mondiale raccontata in immagini: capita così di sfogliare i mesi immergendosi nei preparativi per il conflitto e vedere il sergente Angelo Roncalli in divisa (il futuro Papa Giovanni XXIII), oppure figure simbolo dell’irredentismo come Scipio Slataper o Cesare Battisti. I temi sono improntati a dare un saggio di cosa accadde al Paese in quegli anni di guerra: lo sforzo bellico e il ruolo delle donne, la propaganda, la religione, la famiglia.
I testi del calendario sono tradotti anche in inglese.
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