Multano l’auto di mammà, e lui “la fa” contro il portone dei vigili
Le telecamere incastrano un uomo che durante la notte urina contro il comando dei ghisa varesini. Tradito dalle telecamere che hanno ripreso (quasi) tutto
I vigili fanno la multa alla macchina della madre: un affronto da bagnare con l’urina e che costerà caro all’autore del gesto, fregato da una puerile voglia di rivalsa immortalata dalle telecamere. Ha dell’incredibile quanto avvenuto lo scorso novembre a Varese e, ancor più sorprendente, l’epilogo della faccenda. Ma andiamo con ordine.
Siamo nella Città Giardino e lo scorso 22 novembre il personale in arrivo al comando per il turno del mattino, attorno alle 6,30, notava che il portone d ingresso al comando era stato imbrattato di pipì.
Da quel momento la Polizia locale si è attivata arrivando nel giro di una ventina di giorni a denunciare il presunto autore all’autorità giudiziaria per oltraggio (trattandosi della sede di un corpo di polizia), deturpamento di beni e atti contrari alla pubblica decenza.
Come si è arrivati ad identificare l’imbrattatore? Usando le telecamere che presidiano il perimetro della caserma e che hanno ripreso il soggetto, che ha agito in piena notte, approfittando della totale assenza di traffico in via Sempione e nelle vie limitrofe.
Da lì sono partite le indagini che, vista la tipologia del gesto, si sono orientate verso i veicoli (e le persone) sanzionati nelle vicinanze e nelle ore precedenti. Individuate le possibili auto sono stati acquisiti i cartellini anagrafici dei proprietari delle vetture o dei loro familiari, che fossero compatibili con l’età presunta, come appariva nelle immagini.
Così si è arrivati a trovare quello che risulta come l’autore dei reati (che hanno quindi rilevanza penale): che probabilmente aveva deciso di manifestare la sua insoddisfazione per i servizi resi dalla polizia locale di Varese (non è peraltro cittadino varesino, ma di un comune vicino).
Risulta infatti che i vigili poco prima avevano multato l’auto intestata alla mamma, che è la stessa con cui il sospettato è arrivato davanti al comando per "scaricare" la sua protesta.
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