Samarate si prepara a chiudere la sua azienda comunale
Questa sera verrà messa in concessione la gestione dei servizi cimiteriali, l'acquedotto sarà gestito a livello provinciale. Il Pd: «Conseguenza di scelte sbagliate». L'azienda andrà in liquidazione «in tempi brevi»
Samarate si prepara a dire addio alla sua azienda comunale, l’ASC, nome noto a chi abita nelle diverse frazioni della cittadina e ha fino ad oggi avuto a che fare con farmacie, acquedotto e altri servizi. È un destino già scritto, almeno da quando – nel 2013 – l’amministrazione decise di vendere le due farmacie comunali, per far quadrare i conti e rispettare il patto di stabilità: «A brevissimo verrà avviata la liquidazione» conferma oggi l‘assessore al bilancio Luciano Pozzi. La chiusura dell’azienda è uno scenario che era già stato indicato un anno fa dal consiglio comunale: dopo la cessione delle farmacie e in mancanza di nuove attività capaci di portare reddito (in passato si era ipotizzato di lanciarsi nella installazione di pannelli solari), all’azienda rimangono oggi sono due servizi, quello cimiteriale e quello di gestione dell’acquedotto. Questa sera, giovedì 11 dicembre, in consiglio comunale si voterà per la concessione dei servizi cimiteriali, il che significa che all’azienda rimarrà solo l’acquedotto: quest’ultimo però dovrà passare all’Atto e alla nuova società di gestione provinciale (Alfa srl), quindi l’Asc si svuoterà completamente. «Senza farmacie, l’azienda è rimasta senza introiti e non ha più una funzione» ricorda Eliseo Sanfelice, consigliere comunale d’opposizione che da tempo ha chiesto all’amministrazione di fare chiarezza sui tempi della liquidazione. «Un mese fa in commissione si è discusso perché non sia stato nominato un liquidatore, la risposta dell’assessore è stata evasiva» commenta invece Vittorio Solanti, del Pd. «È il sintomo di una amministrazione che vivacchia, senza guida».
Il Partito Democratico critica aspramente le scelte fatte dall’azienda e si è scontrata in particolare con la Lega, che ha fatto quadrato intorno all’amministratore della società, Ercole Zanetello. «L’amministrazione della Lega Nord, a guida Tarantino, ha risanato l’azienda municipalizzata, ma si è sempre preoccupata di non lasciare a casa nessun dipendente dell’azienda», ha detto la segretaria del carroccio Linda Farinon, indicando passaggio da una perdita a fine anno di -178mila del 2009 a un minimo attivo di 245 euro alla fine del 2013. Lettura contestata però da Solanti e dal Pd: «L’azienda perde 300mila euro, il Comune ripiana durante l’anno: prima si ripianava a consuntivo e questo risultava dai bilanci, ora viene ripianato nel corso dell’anno. La Lega dice di aver risanato, ma in realtà i buco è più pesante: avendo venduto le farmacie che davano reddito, il buco si è allargato. In due anni – continua Solanti – ci si è mangiati l’introito di vendita di una intera farmacia». La Lega Nord, a proposito di farmacie, scarica la colpa sulle politiche del Governo Monti «con la legge di stabilità del 2012 tra cui la liberalizzazione delle licenze farmaceutiche e il famigerato patto di stabilità» (il vincolo sulla spesa che, va detto, è in vigore da oltre un decennio). Il Pd riconduce invece la vendita delle farmacie ad una conseguenza del ritiro del Pgt nel 2010: «Dalla scelta dissennata di cestinare il Pgt deriva la mancanza di risorse e quindi le difficoltà di bilancio e la vendita delle farmacie» dice Solanti (il centrodestra dice che, in tempi di crisi, le risorse non sarebbero comunque state sufficienti).
Quale che siano le responsabilità, il destino dell’azienda è comunque scritto. Cosa succederà ai lavoratori? L’assessore Luciano Pozzi lo spiega così: «Ato aveva già richiesto il numero di operai del settore acqua che sarebbero passati in carico a loro, dovrebbe esserci un automatismo: Alfa dovrebbe assorbire tutti i dipendenti del settore idrico indicati dalle varie aziende e comuni. Gli amministrativi passeranno ad Ato e Alfa». E gli operai del servizio cimiteriale? «Per quanto riguarda dipendenti cimiteriali, sarà inserito nel bando un punteggio per chi assumerà i dipendenti, anche se non c’è obbligo prevederemo un forte incentivo». Nel frattempo è da segnalare che Asc ha perso una causa al tribunale del lavoro, dopo che – in seguito alla contrazione del lavoro dopo la vendita delle farmacie – aveva ridotto a part-time il lavoro di un amministrativo, che ha fatto ricorso.
Quali sono i tempi per vedere completata la chiusura dell’azienda? «La liquidazione non ha una durata prestabilita» spiega ancora l’assessore al bilancio Pozzi. «Noi contiamo che l’ATO parta in termini brevi, a quel punto passeremo il ramo acquedotto».
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