Comunità pakistana in marcia per la “pace e la fratellanza”
Si è svolta come ogni anno la festa per il compleanno di Maometto, momento per parlare anche di integrazione e convivenza delle comunità
Erano in centinaia domenica pomeriggio, in piazza Guenzati, per la tradizionale marcia della pace e della fratellanza che la comunità pakistana di Varese organizza ogni anno a Gallarate.
I cittadini pakistani – perlopiù uomini, ma anche alcune donne e soprattutto molti bambini, bambine e adolescenti – si ritrovano in occasione della festa per il compleanno di Maometto, la festa Eid Ul Milad. La marcia si svolge a Gallarate perchè è il principale centro dove risiedono i pakistani: nella città dei due galli vivono circa 2.000 delle oltre 4.000 persone che compongono la comunità pakistana, che è piuttosto organizzata grazie all’Associazione Provinciale Pakistani Varesini, che riunisce anche diverse donne ed è presieduta da Pasha Naeem Sheikh, operaio metalmeccanico e sindacalista "internazionale" della Cisl.
La manifestazione non è solo l’occasione per una festa religiosa, ma anche un momento di riflessione sui temi dell’integrazione e della convivenza, Inevitabili a solo dieci giorni dai fatti di Parigi i riferimenti alla religione musulmana ma non solo come messaggio di pace e non di guerra. "Chi uccide non ci rappresenta" hanno detto i diversi rappresentanti islamici che hanno parlato al microfono.
Come sempre, la comunità islamica ha invitato anche monsignor Ivano Valagussa. «E’ fondamentale in ogni religione e comunità onorare Dio con il rispetto della vita umana. Oggi in tutte le parrocchie della diocesi di Milano abbiamo pregato con una preghiera di cui voglio condividere con voi le parole finale: "fiduciosi nel costruire la città dell’amore"».
Presente anche il sindaco Edoardo Guenzani, accolto con un applauso e un significativo "il nostro sindaco". «La comunità pakistana è una fra le più numerose a Gallarate – ha detto, ricordando anche le numerose persone che riceve nel suo ufficio per il giuramento per acquisire la cittadinanza italiana -. La gran parte, non tutti non possiamo negarlo, della nostra città vi accetta e vi accoglie. L’obiettivo comune deve essere la reciproca comprensione e accettazione, nel rispetto delle regole della nostra società. Tutti insieme dobbiamo promuovere la pace attraverso il rispetto e la conoscenza. E’ fondamentale partire dall’educazione dei più piccoli, i bambini che già frequentano le stesse scuole. Tutti insieme possiamo essere una grande comunità». ».
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