Goti Bauer ricorda l’orrore dell’Olocausto in Consiglio regionale
Ospite della cerimonia per la Giornata della memoria anche Roberto Jarach, vice presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane e della Fondazione Memoriale della Shoah
«Le leggi razziali vennero approvate dal Parlamento e segnarono una pagina cupa nella storia parlamentare italiana. Furono una vergogna per l’Italia. Spesso la debolezza della coscienza civica nasce dalla debolezza delle scelte delle Aule parlamentari». Così il presidente del Consiglio regionale, Raffaele Cattaneo, ha introdotto la celebrazione della Giornata della Memoria ricordando i tragici eventi di settant’anni fa e sottolineando la profonda attualità della rievocazione. «Il Consiglio – ha detto Cattaneo – vuole fare memoria nella convinzione che la verità di quello che è stato debba essere difesa dalle ingiurie e dalla dispersione che il tempo porta con sé. Dobbiamo ricordare questi fatti perché non ritornino più. Difendere la verità dei fatti vuol dire custodire, senza retorica, il ricordo per agire in difesa dei valori costituzionali, della vita, della dignità umana e della pacifica convivenza» .
Nell’anniversario dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz (avvenuto il 27 gennaio 1945), il Consiglio regionale ha dedicato alla Giornata della Memoria una cerimonia caratterizzata dalla presenza e dalla testimonianza di un’ebrea sopravvissuta ai campi di sterminio e ai lager nazisti. Dopo la proiezione di un video, l’Aula ha infatti ascoltato dalla viva voce di Agata “Goti” Herskovits Bauer, la storia di un popolo sradicato dalle proprie case, separato dai propri affetti e sterminato nei forni della morte. «Raccontare quella terribile esperienza – ha detto – è sempre una grande emozione, che poi si trascina per giorni. E’ impossibile dimenticare, ma forse l’unico aspetto positivo è questo grande desiderio di trasmettere la memoria. Soprattutto ai giovani che, faticano a credere a un racconto talmente incredibile per loro, cresciuti in un clima di democrazia: nella loro ingenuità non riescono a concepire le nostre difficoltà di ebrei vissuti sotto una dittatura».
Originaria di Fiume, la vicenda di Goti Bauer passa anche dalla Lombardia: venne infatti catturata a Cremenaga («traditi, quando già toccavamo con la mano il confine, dai passatori che avevamo pagato perché ci portassero in Svizzera»). Prima di essere caricata con i genitori, il fratello e la sorella sul treno per Auschwitz passò per le carceri di Como, Varese e San Vittore. «Del periodo nel carcere milanese – ha detto- ho un bel ricordo: i detenuti politici, ma anche i secondini ci tenevano in grande considerazione, prodigandosi come potevano per le famiglie ebree che stavano passando giorni drammatici».
Alla cerimonia era presente anche Roberto Jarach, vice presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane e della Fondazione Memoriale della Shoah, il quale ha auspicato di poter raddoppiare il numero di studenti in visita al Binario 21. «L’anno scorso abbiamo accolto 7.500 giovani di 300 classi, ma il nostro obiettivo è di superare i 10mila. Il Memoriale non è una cosa degli ebrei ma è qualcosa di vostro, patrimonio della città di Milano e di tutta la Lombardia».
A nome della Giunta è intervenuto il sottosegretario Ugo Parolo, che ha sottolineato il dovere educativo delle istituzioni. «Occorre tenere alta la guardia – ha detto – per evitare il ritorno di un’ideologia che eliminò dalle coscienze il concetto stesso di essere umano. Non ci sarà mai abbastanza giustizia per le vittime della Shoah: per questo a noi tocca il dovere di tenere vivo il loro ricordo».
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