“Abbiamo dato per 40 anni, ora basta”
Il comitato ecologico di Borsano chiede la chiusura definitiva dell’impianto di incenerimento spiegando: “un revamping ci costringerebbe a convivere altri 20 anni con l’inquinamento”
E’ con una lettera inviata a tutti i vertici regionali che il comitato di Borsano che da sempre combatte contro l’impianto di incenerimento chiede la chiusura totale dell’impianto. Ecco il testo integrale
Richiediamo pertanto la chiusura delle due linee di incenerimento e ringraziamo la Regione Lombardia e l’assessore Terzi, che si è resa disponibile ad un “accompagnamento” nella fase di dismissione come richiesto anche da noi e da altri 10 comitati nell’incontro del 3/12/2013.
Dagli studi effettuati dalla Regione si stima nel 2020 una sovraccapacità’ impiantistica di smaltimento rifiuti di ben 1.298.003 tonnellate annue, e pertanto non si ritiene più l’impianto di Busto Arsizio (tra i piu’ vecchi e antieconomici) strategico per lo smaltimento dei rifiuti regionali.
Vogliamo ricordare che il governo Renzi nel mese di settembre 2014, con il decreto Sblocca Italia, nel art. 35 inserisce la nazionalizzazione degli impianti esistenti in Italia per sopperire alle mancanze impiantistiche delle regioni del sud e che tutti i termovalorizzatori in classe R1 dovranno funzionare al massimo della propria capacità.
La Lombardia essendo la regione maggiormente dotata di impianti diventerebbe la pattumiera d’Italia e l’impianto di Borsano, che oggi non rientra fortunatamente tra gli impianti classificati R1,
con il revamping lo diventerebbe e sarebbe costretto a ricevere i rifiuti del sud Italia inquinando noi.
L’assessore all’Ambiente Regionale Claudia Terzi e il Presidente della VI Commissione Luca Marsico, hanno piu volte proclamato di voler accompagnare, anche economicamente, questa fase di decommissioning dell’impianto; spegnere le linee di inceneritori non vuol dire la chiusura della azienda Accam, ma cogliere una occasione per essere i primi nel trattamento a freddo dei rifiuti e, dato che Accam e’ una societa di 27 Comuni, il nuovo impianto potrà essere fatto anche in una zona piu’ baricentrica e strategicamente vicino a svincoli stradali importanti.
Dire che l’impianto esistente è “un valore” per i cittadini non ha senso se consideriamo, ad esempio, che ad oggi il comune di Dairago, a pochi metri dall’inceneritore, smaltisce i propri rifiuti altrove spendendo meno (viaggio compreso).
Oggi ci sono le condizioni per spegnere le due linee di incenerimento, non vogliamo lasciare alle future generazioni gli oneri di bonifica e l’inquinamento, e pertanto chiediamo alle amministrazioni del territorio che colgano questa opportunità.
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