Approvata all’unanimità la risoluzione sulle Poste
Obiettivo: fermare il piano di ristrutturazione delle Poste e scongiurare il taglio degli uffici in Lombardia
Fermare il piano di ristrutturazione delle Poste e scongiurare il taglio degli uffici in Lombardia, soprattutto nei piccoli Comuni e nelle frazioni. E’ questo il messaggio contenuto in una articolata Risoluzione approvata oggi, all’unanimità, dalle Commissioni Bilancio e Attività produttive. L’impatto della riorganizzazione delle Poste in Lombardia prevede la chiusura di 61 uffici soprattutto in Comuni e frazioni con meno di 5000 abitanti e l’apertura a giorni alterni di altri 121 sportelli.
Queste le dichiarazioni dei gruppi consiliari
“C’è stata una sottovalutazione – ha detto il consigliere regionale del PD Onorio Rosati – dell’impatto del piano dal punto di vista occupazionale e territoriale. Per questo chiediamo un immediato intervento da parte del Governo su Poste Italiane al fine di sospendere il piano di riorganizzazione e, contestualmente, chiediamo immediata apertura del tavolo regionale alla presenza di Anci, delle rappresentanze dei lavoratori e dei consumatori, con Poste Italiane al fine di valutare le conseguenze del piano intervenendo sulle criticità Per questo impegniamo la Giunta con una risoluzione condivisa”.
“Poste Italiane, sebbene sia una società per azioni, deve comunque garantire un servizio che non risponde solo a logiche di mercato – ha evidenziato il capogruppo di Forza Italia, Claudio Pedrazzini – Pertanto, nel pianificare la riorganizzazione del servizio, deve considerare con estrema attenzione la distanza tra un Comune e l’altro, la tutela della fascia più debole dell’utenza, la riduzione del trasporto pubblico locale per effetto della spending review decisa dal Governo, come la difficoltà per i Comuni di organizzare una rete di sportelli e servizi alternativi. La beffa è che ad essere colpiti saranno molti di quei Comuni che su preciso input dello Stato hanno avviato per primi unificazioni o fusioni: se in precedenza ogni centro aveva il suo ufficio postale, ora rimarrà solo quello nel paese più grande”.
“L’approvazione del documento all’unanimità da parte di due Commissioni è un segnale preciso alla dirigenza di Poste Italiane – ha detto il relatore, Marco Tizzoni (Lista Maroni) – Chiusure e riorganizzazioni vanno riviste, servono un tavolo di confronto con il territorio e garanzie più chiare sui livelli occupazionali”.
“Il Movimento 5 Stelle dice no alla chiusura scellerata degli uffici, portata avanti solo per compiacere la quotazione voluta dal Governo Renzi. Questa operazione non porterà alcuna forma di miglioria al servizio – ha detto Stefano Buffagni – Gli uffici postali sono presìdi importanti che non possono essere svenduti a logiche speculative che nulla hanno a che vedere con il core business aziendale”.
“Oggi abbiamo condiviso la richiesta di aiuto arrivata da Anci – ha dichiarato Michele Busi del Patto Civico – Nei limiti delle nostre competenze, faremo pressing sulla dirigenza di Poste perché rivedano il piano aziendale, garantendo servizi che sono essenziali soprattutto nei piccoli Comuni e senza incidere sui livelli occupazionali”.
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