Arcisate-Stabio: a giugno riapriranno i cantieri. Parola di Lupi
Il ministro delle Infrastrutture ha partecipato al tavolo provinciale della competitività dove ha preso due impegni: far ripartire i cantieri per il collegamento ferroviario con il Canton Ticino e il passaggio dell'Alta velocità da Malpensa. «Chiudere Linate oggi è impossibile»
La salita del ministro delle infrastrutture Maurizio Lupi a Varese sarà ricordata per due promesse pesanti prese di fronte ai rappresentanti delle istituzioni e delle parti sociali riuniti alle Ville Ponti dov’è stato convocato dalla Camera di Commercio il tavolo provinciale della competitività: la riapertura entro giugno dei cantieri dell’Arcisate-Stabio e il collegamento di Malpensa all’alta velocità. «Il 31 dicembre scorso abbiamo risolto consensualmente il contratto con l’impresa Ingegner Claudio Salini spa che lavorava ai cantieri dell’Arcisate- Stabio. Entro fine febbraio si rimetterà l’appalto all’interno dei fornitori di Rfi (Rete ferroviaria italiana, ndr) e il cantiere verrà aperto entro il 30 giugno».
Sul problema delle terre di scavo contenenti arsenico, Lupi ha riferito che il Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) ha approvato la delibera, già rinviata alla Corte dei Conti che deciderà entro 20 giorni. «Ora – ha aggiunto il ministro delle infrastrutture – bisogna recuperare il rapporto con i cittadini che in questi anni hanno vissuto una situazione di disagio notevole. Quindi con Rfi, entro due settimane, si inizierà a intervenire in quei comuni per fare le opere di mitigazione».
Il secondo grande argomento, sollecitato dai numerosi interventi, è stato il destino di Malpensa su cui Maurizio Lupi ha fatto un ragionamento di sistema. Il ministro ha illustrato il piano nazionale degli aeroporti, nel quale lo scalo della brughiera è destinato, insieme a quelli di Venezia e Roma-Fiumicino, a ricoprire il ruolo di aeroporto intercontinentale. «Il piano – ha spiegato Lupi – prevede la presenza di 12 aeroporti strategici e 27 di interesse nazionale. A Malpensa devono fare riferimento quelli di Bergamo, Genova, Torino e Brescia. È chiaro che se uno ha solo tremila passeggeri non puo’ aspirare ad avere risorse dallo Stato, puo’ continuare la sua attività ma senza soldi pubblici».
Sul secondo scalo milanese, il ministro è stato perentorio: «Oggi chiudere Linate è impossibile, occorre integrarlo nel sistema, recuperando il deficit che esiste. Mentre Malpensa va collegata alle grandi reti a cominciare dall’alta velocità. È stato un errore non averlo fatto in passato, ma ora bisogna guardare avanti».
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