Cambia la legga sulla responsabilità civile dei magistrati
La nuova riforma cambia la legge Vassalli. Il cittadino che ha subito un danno ingiusto potrà chiedere un risarcimento allo Stato. Lo Stato chiederà poi un risarcimento al magistrato. Dure critiche dell'Associazione nazionale magistrati
La riforma sulla responsabilità civile dei magistrati è passata alla Camera ed ora è legge. Il governo ha dato parere negativo a tutti gli emendamenti e il testo è passato con 265 sì, 51 no e 63 astenuti. Astenuti Lega, Fi, Sel, Fdi e Alternativa Libera. M5S ha votato contro.
Matteo Renzi ha commentato con un tweet il passaggio parlamentare: «Anni di rinvii e polemiche, ma oggi la responsabilità civile dei magistrati è legge!». Il testo investe una materia su cui pende una procedura d’infrazione in sede Europea per mancata applicazione del diritto comunitario e per la quale l’Italia rischiava di pagare una multa stimata in 37 milioni di euro.
La riforma ha suscitato la dura reazione dell’Associazione Nazionale Magistrati che, a quanto riportato da "Repubblica" ha commentato così il testo: «E’ un pessimo segnale, la politica approva una legge contro i magistrati». Sempre al quotidiano, il leader del sindacato delle toghe Rodolfo Sabelli ha dichiarato che: «oggi ci ha detto che uno dei primi problemi della giustizia italiana sono i magistrati; la criminalità, i processi che non si fanno, sono invece problemi che possono attendere. E’ una scelta della politica che non ha ancora approvato una riforma sulla corruzione, sul falso in bilancio, ma si precipita a votare una legge contro i magistrati che combattono la corruzione».
«Valuteremo laicamente gli effetti e siamo pronti a correggere alcuni punti» risponde il ministro della Giustizia, Orlando.
La nuova legge riforma la legge Vassalli del 1988, mantenendo però l’impostazione di responsabilità indiretta: il cittadino cita lo Stato che può rivalersi nei confronti del giudice. Ma rispetto alla Vassalli, viene ampliata la possibilità per il cittadino di fare ricorso; si innalza la soglia economica di rivalsa del danno, che può arrivare fino alla metà stipendio del magistrato; la responsabilità scatta anche in caso di negligenza grave e travisamento del fatto e delle prove.
Il Post sottolinea come la nuova legge elimina anche il cosiddetto “filtro di ammissibilità dei ricorsi”: non sono cioè più previsti controlli preliminari di ammissibilità della domanda di risarcimento contro lo Stato. Tra le cause di responsabilità civile viene inserita anche l’ipotesi di «travisamento del fatto e delle prove». Viene inoltre limitata la clausola di salvaguardia che esclude la responsabilità del magistrato: il magistrato non dovrà rispondere dell’attività di interpretazione della legge e di valutazione del fatto e delle prove, ma si escludono da questo ambito di irresponsabilità i casi di dolo, di colpa grave e violazione manifesta della legge e del diritto della UE. Infine, vengono ridefinite le fattispecie di «colpa grave»: oltre che per l’affermazione di un fatto inesistente o la negazione di un fatto esistente, sarà considerata colpa grave anche una violazione manifesta della legge e del diritto comunitario o il travisamento del fatto o delle prove. Colpa grave sarà anche l’emissione di un provvedimento cautelare personale o reale al di fuori dei casi consentiti dalla legge o senza motivazione.
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