Creg e Pot: come cambia l’assistenza dei pazienti cronici
Nel bilancio da 1 un miliardo e 200.000 milioni dell'Asl si prevede la sperimentazione dei nuovi modelli che coinvolgono i medici di base. Innovazioni in vista anche per migliorare i servizi agli utenti
È di un miliardo e 200 milioni di euro il bilancio 2015 dell’Azienda sanitaria di Varese.
Ben un miliardo, però, è destinato a comprare servizi e prestazioni ospedaliere, 50 milioni circa sono le spese di personale ( 900 dipendenti), 14 milioni per beni e servizi. La parte rimanente è destinata a pagare le attività che vengono erogate nei 64 sportelli Asl e la parte sociale.
« È ancora un bilancio provvisorio – spiega il direttore generale Paola Lattuada – Si basa sui conti dell’anno scorso in attesa che si confermino i finanziamenti annunciati».
Di fondo, l’attività sanitaria riconferma tutto ciò che è stato fatto e fornito lo scorso anno, anche se si sono messe in cantiere alcune novità che potrebbero migliorare l’utilizzo da parte degli utenti: « Da tre anni a questa parte – spiega ancora il direttore – la conferma del budget prevede un taglio fisso della voce “beni e servizi”, sono capitoli che riguardano soprattutto gli appalti per forniture ma anche l’organizzazione. In quest’ottica, stiamo pensando di apportare, grazie alla flessibilità del personale, alcune innovazioni per venire incontro alle esigenze della popolazione». Dal dicembre scorso, nei distretti di Busto e di Gallarate sono stati attivati, in via sperimentale, dei sistemi “elimina code”: totem che indicano la progressione numeraria dei biglietti: « Non è solo un sistema di priorità assegnata, ma anche di conteggio e monitoraggio dei flussi in vista proprio di nuove modalità organizzative».
Importante sarà la regia di Asl per la definizione delle attività degli ospedali: « Ci saranno valutazioni nei prossimi mesi per assicurare meglio risposte certe ai bisogni dei pazienti – chiarisce la dottoressa Lattuada – abbiamo, poi, una cifra discrezionale, circa il 9% del budget, da investire al fine di abbattere le liste d’attesa». Gli incontri con le aziende ospedaliere e le cliniche convenzionate sono già iniziati per assegnare i diversi budget ma le operazioni sono ancora in corso.
La grande sfida dell’anno, però, sarà l’avvio dei “CREG”: « È un sistema sperimentato in alcune province lombarde a cui il nostro territorio ha deciso di aderire. I medici di medicina generale, su base volontaria, si costituiranno in cooperative per “prendere in carico” i pazienti cronici, seguirli da vicino così da evitare che le malattie si acuiscano o si scompensino. Li seguiranno da vicino, segnalando loro controlli e visite prescritte. I risultati di questa attività arriveranno poi all’Asl che ne valuterà l’efficacia. L’obiettivo è quello di limitare gli accessi impropri in ospedale».
I CREG si affiancheranno al POT di Somma Lombardo che sarà chiamato a gestire, con la stessa filosofia della presa in carico, 400 pazienti con complessità maggiore: « Il POT – chiarisce il dottor Stefano Taborelli, direttore sanitario – è destinato a pazienti cronici più critici. Il sistema è diverso perché comprende anche i letti subacuti del Bellini e quelli della relativa Residenza sanitaria assistenziale (RSA) a cui le persone potranno accedere direttamente su segnalazione del proprio medico o dello specialista che lavora in modo sinergico».
Sul fronte edilizio si segnala l’avvio della procedura burocratica per traslocare la sede di Saronno dall’attuale via Manzoni a via Fiume: «La ragione è economica – spiega il direttore generale – lo stabile che ospita il distretto è comunale e l’affitto è oneroso. Inoltre non è molto funzionale alle attività. Quindi abbiamo deciso di avviare un bando per appaltare la ristrutturazione del nostro edificio di via Fiume dove speriamo di trasferirci entro due anni. La spesa edilizia si aggira attorno ai 3 milioni di euro». Anche a Varese è ormai imminente lo svuotamento del palazzo di via Bernardino Luini: « A marzo avverrà il trasloco delle attività ancora presenti ( veterinaria e nutrizione) dopodiché segnaleremo la disponibiltà dello stabile alla Regione che ne deciderà il destino. Su via Ravasi, invece, il discorso è decisamente più lungo. Noi iniziamo quest’anno ad avviare i lavori di completamento della palazzina Biffi, qui in via Rossi, dove si trasferirà la direzione. Sarà il primo passo del complesso quadro di riposizionamento dei servizi che riguarderà anche l’Università che traslocherà nei nostri attuali spazi lasciando libera via Ravasi dove concentreremo tutti i servizi e gli sportelli oggi suddivisi tra via Rossi e via Monte Rosa, che così sarà liberata».
Tutto confermato, infine, in campo sociale dove, anzi, si prevede un incremento di servizi e interventi in favore di una fascia più ampia di utenti bisognosi, disabili, anziani o fragili
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