Lattuada tira dritto: “Critiche piccolo borghesi, mi impegno sul tema dei rifiuti”
Il consigliere del Pdl risponde alle tante critiche arrivate da Sel e Pd: «Questa sinistra non è libertaria, sembra quella destra conservatrice e moralista che tanto criticava». Poi parla del suo incontro con Borsellino
Checco Lattuada decide di parlare e di rispondere alle tante critiche che gli sono piovute addosso dopo la nomina a membro dell’organismo antimafia del Comune di Busto Arsizio. Si dice «basito per l’atteggiamento della sinistra che – sostiene – è passata dall’essere anticonvenzionale e libertaria al bigottismo moralista che hanno sempre criticato. Non sono persone pluraliste. A loro non va bene chi esce dal seminato della piccola borghesia che si toglie il cappello davanti alle alte cariche dello Stato». (Leggi qui, qui e qui le critiche)
Poi passa alle precisazioni sul suo profilo, tracciato nei giorni scorsi da Varesenews, «Non sono vere alcune cose su di me – sbotta – è vero che ho avuto il Daspo, che è un provvedimento amministrativo, ma non ho commesso reati allo stadio e nella vicenda penale sono riuscito a dimostrare la mia totale estraneità fino alla Cassazione. Il provvedimento amministrativo mi è rimasto perchè semplicemente non si può appellare e perchè viene utilizzato anche solo per allontanare una persona che viene considerata carismatica nei confronti di altri tifosi»
Anche sulla vicenda dei cori nazisti nel suo locale, per cui fu indagato dalla Procura di Varese, mette i puntini sulle i: «Secondo me è una questione sostanziale precisare che non vi è alcuna verità giudiziaria su questo presunto festeggiamento del compleanno di Hitler – spiega – semplicemente perchè il processo non è mai iniziato e nulla, di quella indagine, è stato accertato. Non basta dire che c’è stata un’indagine per sostenere che quella sia la verità».
Sul post preso da Facebook che mostrava una pin up nazista col berretto delle SS Lattuada difende la sua affermazione: «La mia idea è quella: ci sono ideali che attirano perchè hanno un fascino perverso – sostiene – la parola non è usata a caso e non certamente in senso positivo».
Lattuada rivendica, dal canto suo, la compatibilità del ruolo che gli è stato affidato e anche le compotenze rispondendo anche a Brugnone: «Ho incontrato Borsellino con Giovanni Blini in Sicilia alla festa nazionale del Fronte della Gioventù del 1989, poco dopo avvenne la tragedia che ci portò via Giovanni – e racconta – In quegli anni eravamo molto attivi anche su questo tema, ben prima di Brugnone». Ma di cosa dovrebbe occuparsi l’organismo antimafia? Lattauda ha le idee chiare anche su questo: «Vorrei porre l’attenzione sulla situazione dei rifiuti in un territorio complesso come il nostro che ospita un inceneritore, una discarica, un grande aeroporto come Malpensa – spiega – da sempre è uno dei settori più redditizi per le organizzazioni criminali e sarebbe opportuno avviare un monitoraggio attento di questo settore».
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