MV Agusta: “Il rilancio di Cagiva? Un sogno possibile”
Parola del vicepresidente Giorgio Girelli, che a VareseNews racconta sogni, aspirazioni e progetti futuri della casa motociclistica varesina
«Mv Agusta è e rimarrà sempre un’azienda di nicchia, con 25mila moto prodotte al massimo e tutte fatte in Italia». Giorgio Girelli (foto a destra tratta da Motociclismo), vicepresidente del marchio della Schiranna, non ha dubbi. Il successo della ruota dentata è 100 per cento Made in Italy.
Girelli a Varese è arrivato nel giugno 2013 dopo aver lavorato 12 anni in Banca Generali, per cui ha ricoperto il ruolo di amministratore delegato prima e presidente poi. È sicuramente uno degli uomini chiave per comprendere dove vuole andare la casa motociclistica varesina, anche alla luce delle indiscrezioni uscite in questi ultimi giorni su un possibile rilancio di Cagiva nel fuoristrada. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente per farci raccontare le aspirazioni, le ambizioni, i progetti futuri di Mv Agusta.
Nel 2014 Mv ha venduto circa 8500 moto, di cui più di 1500 in Italia con un incremento del 15% rispetto al 2013. Quanto ha inciso l’ampliamento della gamma su questi risultati?
«Di preciso è difficile dirlo, molto comunque. La nostra crescita sta avvenendo anche grazie ai tanti modelli usciti dalle nostre officine in questi anni».
Una crescita costante a fronte di un prodotto non proprio per tutte le tasche.
«La Mv è una moto di nicchia ad alte prestazioni. È fisiologico che i numeri siano "piccoli", dopo tutto 8500 moto non sono tante. La nostra è una clientela molto esigente, che cerca un prodotto visibile e prestazionale. In questo senso il prezzo non è la motivazione che spinge il cliente».
Da 45 milioni di fatturato nel 2011, Mv Agusta è arrivata a 90 milioni e punta a superare i 200 nel prossimo triennio. Sogna in grande la casa varesina, è concepibile un rilancio del marchio Cagiva come anticipato da qualche giornale?
«Per noi il rilancio di Cagiva è un sogno e ci piacerebbe molto farlo rivivere nel fuoristrada. Al momento non siamo ancora in una fase di studio operativo del progetto, ma non escludiamo niente in un prossimo futuro. Adesso siamo molto impegnati a far crescere l’azienda».
È ipotizzabile un’alleanza con un altro marchio per la realizzazione del progetto Cagiva?
«Le formule possono essere le più svariate. Tenga comunque conto che le moto da fuoristrada sono molto più semplici da realizzare rispetto alle supersportive. Ripeto, sono molte le strade percorribili per un rilancio di Cagiva».
Qualche mese fa l’ingresso di Mercedes Amg, con il 25% della proprietà, oggi il finanziamento di 15 milioni da parte di Sace e Bpm. Dove vuole andare Mv Agusta e quali sono i mercati in cui vi sentite più competitivi?
«Dovunque. I mercati di queste moto sono principalmente l’Europa, che in questo settore pesa molto, circa il 40 per cento del mercato mondiale e gli Stati Uniti. Ma ci sono anche il Giappone, in cui siamo fortissimi e i mercati emergenti come il Brasile, dove stiamo cercando di crescere molto. Anche il Sud-Est asiatico sta andando bene. Mercati come la Malesia, la Thailandia, le Filippine o l’Australia sono in forte crescita. Oggi vogliamo crescere in tutte le parti del mondo dove si vendono queste moto».
A questi progetti si affiancherà anche un aumento dell’occupazione alla Schiranna?
«Spero proprio di sì. Raddoppiando il fatturato, è ovvio che dovremmo aumentare anche la forza lavoro. Sarebbe paradossale non farlo».
Ogni volta che un’azienda viene partecipata da un marchio estero si scatena l’allarme nazionale, ma nel vostro caso l’ingresso del gruppo Daimler non ha che giovato, o sbaglio?
«Noi siamo un po’ un caso isolato e siamo molto orgogliosi di questo. Daimler, uno dei gruppi più grandi al mondo, ha acquistato una quota dell’azienda rimanendo volutamente in minoranza. Quando Audi ha acquistato Ducati, non è stato così. Noi siamo molto orgogliosi di questo, lo dico da italiano, perché significa che Daimler ha riconosciuto la nostra grande professionalità e competenza».
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